MARTINA DI MARCO
Cronaca

L’incompiuta di piazza Pizzarello: "L’ateneo era l’ultima spiaggia, ora che fine farà lo scheletro?"

Con l’acquisizione dell’ex sede della Banca d’Italia, tramonta il piano di riqualificazione di Unimc. Residenti e commercianti: "Con un ambiente così si favoriscono criminalità e giri di droga".

L’incompiuta di piazza Pizzarello: "L’ateneo era l’ultima spiaggia, ora che fine farà lo scheletro?"
L’incompiuta di piazza Pizzarello: "L’ateneo era l’ultima spiaggia, ora che fine farà lo scheletro?"

"L’Università era l’ultima spiaggia. Ora l’incompiuta rimarrà così per chissà quanto altro tempo". Nella zona di piazza Pizzarello, commercianti e residenti sono ormai scoraggiati. Dopo l’annuncio dell’acquisto da parte dell’ateneo del palazzo di corso Matteotti che ospitava la Banca d’Italia, viene definitivamente archiviato il progetto di riqualificazione della zona a opera dell’Università di Macerata. Risale al 2019 il via libera all’acquisizione del complesso di piazza Pizzarello da parte di Unimc: lo sviluppo pratico del progetto, mirato alla riqualifica dell’immobile, sarebbe partito al termine delle verifiche tecnico-amministrative e con l’ottenimento delle autorizzazioni di legge. Ma ora anche questa possibilità è tramontata. E così la costruzione incompiuta di piazza Pizzarello resta tale, lasciando a cinque minuti dal centro di Macerata un immobile fatiscente e pericoloso.

"Saremmo stati contenti dell’acquisto da parte dell’Università – spiega deluso Mattia Quatrini, proprietario della tabaccheria Vintage Tab –, avrebbe arricchito il commercio della zona. Io stesso mi ero proposto per l’acquisto di una sua parte, tempo fa, con l’intenzione di trasferirci la mia attività". Dello stesso parere è Francesco Clerico, proprietario della palestra Robbys. "Sarebbe stato un importante investimento per la zona, meno viva di altre nonostante la posizione centrale proprio a causa della scarsità di servizi. I lavori – aggiunge – hanno creato un degrado urbano notevole, arrecando fastidio e danni alle famiglie residenti". Il forte dissenso dei commercianti scaturisce anche da preoccupazioni sul futuro. "L’Università era l’ultima spiaggia – dichiara rassegnato Adriano Buccioni, proprietario dell’omonima frutteria –. Sono qui da 35 anni e ho assistito a numerose proteste dei residenti. Al momento non vedo soluzioni, è una situazione difficile da sbloccare. È un progetto criminale, pensato appositamente per essere abbandonato". Concorda Fabrizio Cardini, della pizzeria Il Buontempone: "Il problema è trovare acquirenti per una costruzione ferma da anni e già vecchia a livello edile. Non si può mantenere una struttura così al centro di Macerata. Il Comune avrebbe potuto cercare una soluzione sfruttando il Pnrr, almeno dal punto di vista economico". Voce fuori dal coro è invece quella di Giancarlo Perosci, ragioniere a Macerata dal 1952. "Per il quartiere è stato meglio che l’Università non abbia concluso, sarebbe stato un movimento difficile da gestire anche solo a livello di parcheggi". I residenti lamentano poi un possibile incremento della criminalità, spinta all’utilizzo di uno spazio cadente e pericoloso. "Penso ci sia una realtà sommersa che di giorno non vediamo – afferma infatti la residente Luciana Quercetti –. Forse sarebbe stato meglio non costruire e destinare lo spazio ad un parco, più bello da avere in centro città". Al suo fianco, Daniela Domizi: "Questo potrebbe davvero essere un bel quartiere di palazzi storici, anche per un turista sarebbe uno scorcio bello da vedere. In questo modo la situazione è pericolosa e può portare a uno sviluppo di criminalità e giri di droga". "Questo perché adesso non ha destinazione – conclude Floriana Basile, un’altra residente –, speriamo si trovi qualcuno a cui possa interessare".