L’intimo gioco visivo di Eusebi che spiazza e chiede risposte

Da domani alla galleria ’Laboratorio 41’ saranno esposti i suoi lavori più recenti realizzati con materiali ’non canonici’

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Dopo “Scultori di Marca”, la collettiva di artisti marchigiani, con cui è stato reso omaggio all’artista maceratese Umberto Peschi (1912-1992), e la personale del fotografo fanese Adriano Gamberini, che durante l’estate ha proposto i suoi reportage di viaggi, la galleria “Laboratorio 41” di Macerata ospita da domani (vernice alle ore 18) e fino a gennaio la mostra di opere pittoriche e scultoree di Terenzio Eusebi. Per l’artista ascolano è un ritorno a Macerata, dove già nel 2009 aveva esposto una sua personale. Questa volta nei più ampi spazi della galleria di Alessandro Leanza, in via Maffeo Pantaleoni, a poche decine di metri dallo Sferisterio, Eusebi avrà modo di presentare una vasta panoramica dei suoi lavori più recenti, realizzati con diversi materiali, anche “non canonici” (legno, ferro, marmo, ceramica, cartone, carta di riso), con cui realizza normalmente le opere che espone in tutta Italia. Sui due piani della galleria maceratese Eusebi propone anche diverse installazioni e tra queste si potrà ammirare quella realizzata in occasione delle celebrazioni per l’anno di Dante Alighieri, ispirata alla quarta cornice del Purgatorio dantesco, dove il sommo poeta colloca gli accidiosi, costretti a scontare la loro pena correndo a perdifiato, incitandosi a non perdere tempo per poco amore. “Il gioco visivo e l’ambiguità letteraria” sono strumenti che Eusebi utilizza per costringere l’osservatore ad “acuire lo sguardo ed attivare la mente, per poter cogliere l’essenza più intima dell’opera”, come osserva il critico d’arte Lorenzo Fiorucci, curatore della mostra di Macerata e presente con un suo scritto nel catalogo a cura di Elvira Piotti. Nei lavori di Terenzio Eusebi, come il visitatore della mostra potrà constatare, c’è un approccio essenzialmente giocoso, ma mai disimpegnato. È lui stesso a dichiarare che vuole mettere il fruitore delle sue opere davanti ad un punto interrogativo, invitandolo a dare delle risposte. È una logica ludica, che può risultare anche spiazzante, come dimostra il titolo stesso della mostra: “Solo verso sera si fa tardi”.

a. f.