
Aziende, lavoro, calo degli abitanti nella nostra provincia: i dati riportati dipingono uno scenario preoccupante, con una crisi demografica delle imprese e della popolazione che la Cna definisce "eccezionale". La raccolta dei dati, condotta dal Centro studi Cna Marche diretto da Giovanni Dini, evidenzia negli ultimi 10 anni un meno 20 per cento di bambini da zero a 9 anni e, andando più nel dettaglio, un meno 26,2 per cento di bimbi da zero a 4 anni (-29 per cento in regione). Lo spopolamento delle aree interne, l’invecchiamento costante della popolazione e quindi il mancato ricambio generale delle imprese portano a un calo delle aziende e alla difficoltà, se non impossibilità in alcuni casi, di trovare la manodopera. Se a ciò si aggiungono i problemi dovuti a terremoto, pandemia e crisi economica, la frittata è fatta. In 10 anni in provincia hanno chiuso i battenti 4.800 imprese.
In provincia c’è un tasso di imprenditorialità del 10 per cento, cioè una impresa ogni 10 abitanti: "Visto il calo di 14.000 abitanti – spiega Dini –, l’ipotesi è che 1.400 imprese siano state chiuse per il calo demografico". La popolazione che può aprire un’attività, cioè tra i 20 e i 49 anni ("popolazione attiva") è scesa del 16,5 per cento. "Più che l’invecchiamento, preoccupa il venire meno della parte giovane – sottolinea Dini –, pensiamo ai nativi digitali, hanno una visione completamente diversa del mondo. Abbiamo poi registrato un fortissimo calo degli investimenti in corrispondenza della crisi post pandemia". Tra il 2019 e il 2022 le imprese della provincia di Macerata sono calate dell’8,4% (2.884 imprese attive in meno), molto più che nelle Marche (-4,7%) e in Italia (-0,2%). Dallo studio emerge poi che 389 giovani (il 2,2 per cento) tra i 25 e i 29 anni, quindi in età post studi universitari, se ne sono andati: in 10 anni, la provincia ‘ha perso’ 3.454 persone tra i 25 e i 54 anni. Le imprese artigiane dal 2012 sono scese di 2.443 unità (meno 21,2 per cento). Un altro dato quasi surreale: "Le imprese nel mese di settembre hanno intenzione di assumere 1.300 operai specializzati ma il 70,4 per cento è di difficile reperimento. Questa difficoltà sale ad oltre il 90 per cento per gli operai specializzati del tessile abbigliamento, i fabbri ferrai costruttori di utensili, meccanici, riparatori e montatori". Diverse le proposte avanzate dalla Cna Macerata, come spiega il presidente Maurizio Tritarelli: "L’autoproduzione energetica per diminuire le spese, bandi a misura di micro e piccole imprese, risorse per agevolare l’accesso ai mutui, potenziare gli Its (percorsi di formazione professionale post-diploma per giovani e adulti al fine di formare i ‘super tecnici’, figure sempre più richieste). L’83 per cento dei diplomati Its marchigiani trova lavoro, dobbiamo contribuire a moltiplicare il numero di iscritti. Urgono poi investimenti infrastrutturali. Il mondo sta cambiando, è nostro compito capire come aiutare le imprese e i cittadini in questo nuovo scenario e da qui le nostre proposte". "La manifattura ha avuto un calo impressionante – le parole del direttore Massimiliano Moriconi –. Fondamentale è il ruolo della formazione, abbiamo già accordi con le scuole per far incontrare domanda e offerta, il rischio è che le Marche non siano più una regione attrattiva, deve tornare ad esserlo: perciò dobbiamo puntare sugli Its, così che i ragazzi vengano a studiare e poi si fermino qui". "Le imprese hanno difficoltà ad accedere al credito – così Irene Mancinelli, direttore di Uni.Co. Macerata – e c’è un blocco degli investimenti specie da parte delle aziende ‘mature’. Oltre ciò, l’età media di un imprenditore è di 50 anni e spesso non c’è ricambio generazionale".