Lo Sferisterio vede l’alba di una nuova era

Alessandro

Feliziani

Lo spettacolo di questa sera allo Sferisterio, promosso in collaborazione con la Fondazione Andrea Bocelli per finanziare un progetto di ricostruzione post-sisma, potrà essere ricordato – oltre che per l’aspetto solidaristico – come coronamento di una stagione dell’Arena maceratese caratterizzata da aspetti di eccezionalità. Una stagione straordinaria non perché celebrativa del centenario della prima rappresentazione lirica al suo interno né per l’alto valore artistico espresso e nemmeno per i ventiduemila spettatori, che, in tempi normali, sarebbero stati almeno il doppio. L’eccezionalità del Macerata Opera Festival 2021 sta nello spirito che l’ha animato. Quello spirito emerso già lo scorso anno, in piena pandemia, con la coraggiosa decisione di non annullare la rassegna, destando sorpresa e ammirazione nel panorama lirico internazionale. L’essere stato quest’anno l’unico teatro lirico ad aver per la prima volta dedicato una settimana ad un pubblico di giovanissimi, così come l’aver ampliato il calendario dello Sferisterio, affiancando il programma operistico con altri generi di musica e di spettacolo e, non ultimo, l’aver puntato ancora di più sul coinvolgimento della città, sono tutti aspetti creativi resi possibili da un non comune lavoro di squadra. Anni fa l’edizione del centenario poteva essere immaginata solamente celebrativa. Ora, invece, la stagione 2021 potrà essere ricordata come la prima di una nuova "era" dello Sferisterio. Basta fare – ed è possibile – dell’eccezionalità di quest’anno la normalità per gli anni futuri. Lo spirito che ha caratterizzato il Mof 2021 può andare oltre la stagione estiva, oltre la monumentale arena e oltre i confini comunali. Potrebbe anche saper cogliere le potenzialità di quella parte del territorio cui è dedicato lo spettacolo di questa sera, qualora altri comuni abbiano la capacità di vedere nella collaudata struttura maceratese uno strumento di sviluppo e di rinascita.