L’omicidio di Alika Duello tra periti in aula "Ferlazzo è bipolare" "No, sapeva cosa faceva"

L’analisi di Giuli e Camerini: era in grado di intendere e di volere. La psicologa Vagni ribatte: "È incapace di controllare gli impulsi". L’avvocato Bizzarri: "Tutti concordi sul fatto che non voleva uccidere".

L’omicidio di Alika  Duello tra periti in aula  "Ferlazzo è bipolare"  "No, sapeva cosa faceva"

L’omicidio di Alika Duello tra periti in aula "Ferlazzo è bipolare" "No, sapeva cosa faceva"

di Paola Pagnanelli

Era capace o no di intendere e di volere Filippo Ferlazzo, quando il 29 luglio scorso massacrò di botte l’ambulante nigeriano Alika Ogorchukwu, in pieno giorno in corso Umberto I a Civitanova? Su questo si sono confrontati gli esperti nominati dalla procura, dalla difesa e dal tribunale nel processo in corte d’assise per l’accusa di omicidio volontario. Prima di loro, è stata chiamata come testimone Alice Tamarozzi, che quel giorno era alla fermata dei pullman, "a un metro da loro" ha raccontato, rispondendo al pm Claudio Rastrelli. "Conoscevo Alika, lo avevo visto altre volte, era gentile. Quel giorno mi sono accorta che uno lo inseguiva, lo ha aggredito a parole, poi ha preso la stampella e gliela ha data addosso. Poi ha iniziato con le mani. Si è messo sopra alla vittima con le ginocchia, gli ha torto il collo. Ferlazzo diceva: “Non ti devi permettere di dire così alla mia ragazza. Tu la mia donna non la devi toccare, se la tocchi ancora ti ammazzo’’. Poi quando Alika era immobile gli ha dato un pugno in testa e si è allontanato. Avevo provato a dirgli qualcosa, ma poi ho avuto paura di prenderle anche io".

Poi la corte – composta dal presidente Roberto Evangelisti con a latere il giudice Federico Simonelli – ha ascoltato lo psichiatra Gianni Giuli, che ha redatto la perizia disposta dal tribunale e ha dichiarato Ferlazzo capace di intendere e di volere, e quindi punibile, lo psichiatra Giovanni Camerini, consulente della procura, e la psicologa Maura Vagni, consulente della difesa, secondo la quale invece il salernitano è solo parzialmente capace. In sintesi, per Giuli e Camerini l’imputato ha un disturbo borderline, e al momento del fatto era presente a se stesso. Per Vagni invece è bipolare, e incapace di controllare gli impulsi. Il dottor Giuli ha spiegato perché l’imputato al momento del fatto fosse incapace di intendere e di volere: "Non ci sono state alterazioni dello stato di coscienza, ha sempre ricordato i fatti, non c’è stata una produzione delirante o allucinatoria, nessuna frattura nell’esame della realtà". Lo psichiatra ha ricordato che all’arrivo a Civitanova il 32enne era in mezzo alla strada, e il 22 aprile si era rivolto alla psichiatria di Civitanova, poi però aveva trovato lavoro e una compagna. "Un conto è la diagnosi clinica, un conto la diagnosi forense – ha risposto all’avvocato Roberta Bizzarri, che gli faceva presente l’invalidità totale dell’imputato –. Uno scompenso psicotico non significa avere un disturbo bipolare". D’accordo con Giuli il consulente della procura, lo psichiatra Giovanni Camerini.

"Abbiamo un soggetto che da oltre 10 anni frequenta la psichiatria – ha sottolineato invece la professoressa Vagni –, in trattamento per disturbo bipolare, un disturbo che non consente di gestire le pulsioni emotive. La paura attiva in Ferlazzo una reazione abnorme, gli impedisce di fermarsi. E l’uso di sostanze riduce ancora di più la capacità di gestire queste reazioni". Messi a confronto, i tre esperti hanno accennato anche al fatto che Ferlazzo non avesse l’intenzione di uccidere. Su questo, il presidente Evangelisti ha chiesto da cosa traessero questa conclusione. Ma Giuli e Camerini hanno precisato di "non poter escludere che non volesse uccidere". Il presidente ha specificato che si tratta di un parametro giuridico, più che psichiatrico, non valutabile dai consulenti. "Ma sul fatto che Filippo non volesse uccidere hanno concordato tutti", ha commentato a fine udienza l’avvocato Bizzarri, che ha chiesto di modificare l’accusa in omicidio premeditato. Nella prossima udienza, il 24 maggio, saranno sentiti i medici legali sulle cause della morte dell’ambulante e, se vorrà, anche Ferlazzo potrà dare la sua versione dei fatti.