Long Covid e problemi ai polmoni, Marchesani: "Li ha il 58 per cento dei guariti"

La direttrice di Pneumologia dell'ospedale di Macerata: a sei mesi dalle dimissioni in molti casi rimangono delle alterazioni residue

Francesca Marchesani dirige l’unità operativa complessa di Pneumologia a Macerata

Francesca Marchesani dirige l’unità operativa complessa di Pneumologia a Macerata

"Ci sono pazienti che a distanza di sei mesi presentano ancora residue alterazioni alla Tac, vale a dire che non hanno ancora i polmoni puliti. In una parte di questi abbiamo rilevato una situazione severa che sarebbe importante continuare a seguire, per capire quale sarà l’evoluzione delle loro condizioni di salute". Francesca Marchesani, direttrice di Pneumologia all’ospedale di Macerata, centro che durante la pandemia è stato punto di riferimento regionale, sintetizza così gli effetti del Long Covid. E lo fa da un osservatorio privilegiato, visto che nella prima fase della pandemia il virus ha colpito fortemente le vie respiratorie e i polmoni.

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"Da marzo 2020 a marzo 2022 – sottolinea – abbiamo seguito ben 500 pazienti, persone che hanno contratto l’infezione in forma grave, tale da dover essere ricoverati a causa di insufficienza respiratoria". E che ci fossero problemi di lungo periodo, una volta raggiunta la guarigione, è emerso subito. "Non a caso avevamo già aperto un ambulatorio dedicato per i pazienti post Covid. Poi, però, siamo stati costretti a chiuderlo. Non è facile reperire pneumologi, attualmente ce ne mancano quattro. Alcuni li avremo presto anche se a tempo determinato".

Per valutare le condizioni di ogni singola persona è stato attivato un percorso preciso: esami di laboratorio, Tac toracica, spirometria, test da sforzo respiratorio, quest’ultimo importante perché ha consentito di rilevare anche piccole desaturazioni. E che cosa è emerso in questi soggetti a distanza di quattro o anche sei mesi? "L’80% dei pazienti è tornato a una condizione normale, anche se il 58% ha evidenziato alterazioni residue alla Tac. Nel 7% di questi ultimi casi, però, abbiamo rilevato alterazioni ancora gravi, ma di cui non abbiamo potuto seguire il successivo decorso, mentre sarebbe importante farlo per conoscere meglio questa malattia".

Il 20%, una volta guarito, ha presentato sintomi rilevanti per diversi mesi. "Dei pazienti che abbiamo seguito – prosegue la Marchesani – il 78% ha mostrato una forte astenia, un diffuso senso di stanchezza e di difficoltà a recuperare le forze; il 65% una forte dispnea da sforzo, con fiato corto; il 45% disturbi della memoria; il 44% l’alopecia (perdita di capelli, ndr); il 13% dolori osteo-articolari. E circa il 6%, dopo quattro-sei mesi, ancora non aveva recuperato il gusto e l’olfatto".

Un quadro che è stato registrato in un report inviato alla Regione e che costituisce una base fondamentale per cercare di conoscere meglio la malattia e perfezionare i trattamenti. "Il follow up per i pazienti post Covid è decisivo se vogliamo capire meglio le conseguenze della malattia e mettere a punto procedure sempre più adeguate. Non appena matureranno le condizioni, con l’arrivo di nuovi medici, è nostra intenzione continuare in questa direzione, attraverso lo stesso lavoro di squadra che abbiamo tenuto fino a questo momento e che ci ha consentito di raggiungere risultati importanti".