Sparatoria a Macerata, Luca Traini voleva uccidere Innocent Oseghale

La confessione nelle dichiarazioni dopo l'arresto, l'obiettivo originario era il nigeriano. "Quando ho saputo dello scempio sul corpo di Pamela, ho sbroccato"

Luca Traini subito dopo l'arresto

Luca Traini subito dopo l'arresto

Macerata, 5 febbraio 2017 – Il vero obiettivo di Luca Traini era Innocent Oseghale, il nigeriano di 29 anni accusato dell'omicidio di Pamela Mastropietro oltre che vilipendio e occultamento di cadavere per avere tagliato a pezzi il corpo della povera ragazza diciottenne, trovato orrendamente mutilato e nascosta in due trolley. Ma la ricostruzione viene seccamente smentita dall'avvocato del 28enne che conferma, invece, che Luca e Pamela non si conoscevano Nè avevano nessun rapporto, diretto o indiretto E' invece "possibile" che il suo assistito possa aver avuto in passato un legame con un'altra ragazza tossicodipendente.

Ma a raccontare la versione più terribile dei fetti è il procuratore della città, Giovanni Giorgio, riferendo che è stato lo stesso responsabile della 'caccia al nero' a sostenerlo nelle dichiarazioni spontanee rese subito dopo l'arresto avvenuto in piazza della Vittoria (VIDEO). Traini ha spiegato che soltanto all'ultimo momento avrebbe cambiato idea e cominciato a sparare contro ogni persona di colore incontrata lungo la strada. Traini è accusato di stage aggravata dalla finalità razzista e nella sua casa sono stati trovati una copia del Mein Kampf (VIDEO) e altri gadget nazi-fascisti.

"Quando ho saputo dello scempio fatto sul corpo di Pamela, ho sbroccato", ha detto Traini al suo avvocato e lo stesso ha confermato dopo l'arresto: "Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela - ha raccontato l'uomo - è così ho deciso di fare un'azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano ma poi ho cambiato idea". 

Traini ha sparato contro le vetrine della sede del Pd e verso alcuni esercizi commerciali. Negozi che - ha spiegato agli investigatori - o erano frequentati da immigrati o erano luoghi dove si spacciava droga. Prima di arrendersi, inoltre, il ventottenne è andato nel luogo dove sono state ritrovate le valigie con i resti della ragazza: lì ha pregato, ha lasciato una scatola di proiettili vuota e una sorta di cero votivo di Mussolini.

Poi è andato in piazza Vittoria e si è fatto arrestare sulla scalinata del Mmonumento ai Caduti. «Quando è stato arrestato - ha detto Giorgio - la pistola per il folle gesto era in macchina e dunque dobbiamo ritenere che avesse completato il suo originario progetto.

image

Come sta la ragazza? Non volevo colpirla”, è la domanda che Trani ha rivolto al suo avvocato durante una visita in carcere, riferendosi alla giovane nigeriana colpita a una spalla davanti alla stazione ferroviaria. L'avvocato aggiunge che Traini ha “una personalità disturbata, lo dimostra anche il disordine nella sua stanza” ma al legale non risulta che sia in cura da uno psichiatra, come sostenuto da un conoscente di Traini.

A due giorni dalle ore di terrore che hanno sconvolto la città, emerge anche il bilancio delle sparatorie emerge anche il bilancio dei feriti: sono 11 i migranti vittime . All'uomo, accusato di strage aggravata dalla finalità di razzismo, la procura contesta non solo il ferimento dei 6 immigrati di colore che sono stati ricoverati negli ospedali ma, anche, di aver sparato verso altri 3 che non sono stati colpiti e verso 2 persone che, dopo aver richiesto l'intervento dei sanitari, ma che poi non si sono fatte trovare, probabilmente perché non avevano i documenti in regola.