Macerata, Luca Traini, lettere da Francia e America per lui

Ancora attestati di solidarietà. Il premier Gentiloni: «C’è il rischio emulazione»

L’arresto  di Luca Traini al monumento ai caduti

L’arresto di Luca Traini al monumento ai caduti

Macerata, 22 febbraio 2018 - Dalla Francia e persino dalla California arrivano le attestazioni di solidarietà nei confronti di Luca Traini, il maceratese in carcere con l’accusa di strage, dopo che sabato 3 ha sparato per le vie di Macerata ferendo sette immigrati. «Da una città vicina a Sacramento, in California – riferisce il difensore, l’avvocato Giancarlo Giulianelli – mi è stata mandata una email, con l’invito a girare a Traini la manifestazione di solidarietà: il senso della lettera è che pochi hanno il coraggio di fare quello che ha fatto lui. Dalla Francia invece è arrivato un messaggio scritto nella nostra lingua, “saluti al fratello italiano”, con la runa Wolfsangel, il dente di lupo, la stessa che Traini ha tatuata vicino al sopracciglio».

Anche Traini a Montacuto, dove l’avvocato Giulianelli ieri è andato a trovarlo, riceve moltissime lettere di sostegno, di incoraggiamento, da tutte le parti del mondo. «Lui ringrazia per queste manifestazioni di vicinanza, dice di stare bene, continua a sostenere di sentirsi come a casa, anzi meglio. Gli piace il fatto che il carcere abbia delle regole rigide, che vengono rispettate da tutti, questa per lui è una cosa molto importante. Continua a non mostrarsi affatto pentito del suo gesto, e a dirsi dispiaciuto solo per la ragazza ferita. Si rammarica di aver sparato in mezzo alla folla, ma sostiene di aver dovuto colpire gli spacciatori».

Quanto alla solidarietà, l’avvocato Giulianelli la stigmatizza fin dall’inizio della vicenda, sottolineando come, secondo lui, il maceratese abbia dei problemi di natura psichiatrica che lo avrebbero portato a far fuoco dalla sua auto sui pedoni indifesi, rischiando di fare una strage; proprio per questo motivo ha nominato uno psichiatra, che dalla prossima settimana inizierà a incontrare il ragazzo per verificare la sua capacità di intendere e di volere. «Ma l’aspetto inquietante è proprio quello del sostegno al suo gesto sconsiderato, al fatto che qualcuno lo dipinga come un eroe. Molti hanno parlato di Traini, persino il ministro Minniti, per dire che lui è un fascista e non un malato. Io non credo sia così, secondo me è una persona che ha vissuto grosse difficoltà e che purtroppo non sta bene; ora vedremo cosa dirà il nostro consulente su di lui. Ma l’aspetto della vicenda che mi ha sempre colpito, e su cui ho sempre attirato l’attenzione perché lo ritengo preoccupante, è il numero di quelli che lo sostengono, giustificano il suo gesto o gli esprimono solidarietà. Sui social, attraverso le email inviate a me e a lui, troppa gente si schiera a favore della sua azione, ed è questo che seriamente dovrebbe preoccupare la politica».

Sul delitto «terribile in cui è rimasta vittima Pamela Mastropietro», e sulla «tentata strage che aveva il sapore di una rappresaglia di stampo razzista», è intervenuto ieri a Macerata anche Paolo Gentiloni: «Fin dal primo momento abbiamo detto che questi delitti devono essere affrontati con una risposta semplice, e cioè nessuna indulgenza per i criminali, nessuna giustificazione per questi gesti. Chi pratica l’indulgenza, chi teorizza giustificazioni di qualsiasi natura, fa torto alla nostra comunità. Non ci sono indulgenze e non ci sono giustificazioni, così come nessuna giustificazione può essere data ad atti di violenza verso le forze dell’ordine o avversari politici. C’è un rischio di un effetto emulativo – incalza Gentiloni –, e la risposta del governo è molto chiara, la risposta del Partito democratico è chiara: la violenza estremista è fuori dai nostri valori costituzionali e repubblicani, non ha nessuna motivazione nobile».

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