Macerata 15 luglio 2019 - Luca Traini resta in carcere. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso dell’avvocato Giancarlo Giulianelli, che per il 30enne maceratese aveva chiesto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico.
Traini è l’autore della sparatoria a sfondo razziale del 3 febbraio dell’anno scorso: armato della sua pistola Glock, prese a girare per la città in auto facendo fuoco sui giovani immigrati che incrociava, seminando il panico nelle vie più frequentate, dalla stazione a corso Cairoli. Il suo gesto, sostenne poi, era una vendetta per la morte di Pamela Mastropietro, la 18enne romana trovata in pezzi in due trolley tre giorni prima.
Per quel raid, è stato condannato in primo grado con il rito abbreviato a 12 anni di reclusione, per il reato di strage aggravato da motivi di odio razziale. «Ora però Traini ha capito i suoi errori e si è pentito – ha dichiarato l’avvocato Giulianelli –. Non rifarebbe più nulla di simile, per questo per lui sarebbero sufficienti gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, a meno che il clamore mediatico sulla vicenda non sia più forte del diritto».
La Corte invece ha respinto il ricorso: Traini resta in carcere. Le motivazioni della decisione si conosceranno nei prossimi giorni. Per lui poi nei prossimi mesi sarà discusso l’appello, davanti alla corte d’assise di secondo grado ad Ancona.