Luconi: "Giombetti dove manderà gli occupanti dei container?"

La capogruppo della minoranza replica all’assessore: "Le persone li utilizzano per non finire in strada"

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"Se l’assessore Flavia Giombetti parla di ridare la dignità a chi vive nei container, immagino che continui ad ignorare il fatto che le persone che sono lì lo hanno scelto, in alternativa a rimanere in strada. Sono la prima a condannare l’assistenzialismo e, quando ero in amministrazione, ero fra quelle che spingevano di più per avviare le pratiche di chiusura dell’area. Ma questa non poteva prescindere dalla sistemazione delle persone che vi alloggiavano". Inizia così la replica dell’ex vicesindaco e attuale capogruppo della minoranza Tolentino nel Cuore Silvia Luconi. "Se chiudere quegli spazi significa far arrivare la telefonata dal funzionario dei servizi sociali per dire che deve abbandonare l’area e trovare un’altra sistemazione, beh, niente di più facile – prosegue –. Ma l’assessore dove pensa di mandare tutta questa gente? Sa che esistono due documenti con cui avevamo approvato graduatorie per la sistemazione di queste persone negli appartamenti sostitutivi delle Sae rimasti vuoti? Sa che esiste un’ordinanza della Protezione civile che permette ai Comuni, una volta soddisfatto il fabbisogno degli aventi diritto, di assegnare eventuali appartamenti vuoti per esigenze non direttamente connesse agli eventi sismici? Tutti saremmo stati in grado di chiudere l’area cacciando le persone entro una determinata data, ma l’attesa era dovuta al termine dei lavori degli appartamenti stessi, dove gran parte di loro sarebbe andata. E non ci sono giustificazioni per colloqui fatti fare ad un funzionario alle persone in graduatoria che hanno in mano un contratto di appartamento precedentemente firmato. Ci sono ragazze madri, famiglie con 5 figli che adesso, in lacrime, non sanno a chi rivolgersi. Trovo grave il doppiopesismo di alcune parti politiche, che quando devono fare i proclami si mettono dalla parte dei più deboli, ma quando le consultazioni elettorali finiscono, non spendono nemmeno una parola. Se si siede sui banchi del Consiglio comunale non si può parlare solo della questione di facile consenso: chiudiamo i container. Dietro ci sono oltre 100 persone, ai margini della società, che prima a qualcuno facevano comodo per qualche intervista e che adesso, a quanto pare, non servono più".