FRANCESCA CIPRIANI
Cronaca

L’ultima frontiera della moda: "I cappelli? Adesso li creiamo con l’intelligenza artificiale"

Il progetto ideato dall’Università di Macerata con alcuni produttori del distretto fermano "Scarichiamo mezzo milione di immagini a settimana: debutto sul mercato in primavera".

Paolo Marzialetti della Praimar con Emanuele Frontoni, esperto di intelligenza artificiale dell’Università di Macerata

Paolo Marzialetti della Praimar con Emanuele Frontoni, esperto di intelligenza artificiale dell’Università di Macerata

Il cuore del progetto ’Cappell.AI’ risiede nell’uso dell’intelligenza artificiale generativa per raccogliere e analizzare il più grande dataset di cappelli al mondo. È un’idea finanziata dalla Regione Marche che sta portando innovazione nel settore della moda. Così Emanuele Frontoni, professore di Informatica dell’Università di Macerata. A lavorare su questa iniziativa sono l’unimc e il distretto del cappello di Montappone, con la partecipazione di aziende come Paimar e Marini Silvano (Montappone), Ferruccio Vecchi e Cappellificio Cecchi (Massa Fermana), e il coinvolgimento di Adv Creativi per la comunicazione.

Questo sistema avanzato agisce come supporto alla creatività umana, aiutando i designer a sviluppare nuove collezioni. "L’AI ha bisogno di grandi quantità di dati per generare immagini creative – spiega Frontoni –. Per raccogliere questi dati, il sistema attinge a immagini provenienti da tutto il mondo: cappelli dal Giappone, dal Sud America, dai social media come Instagram, dai competitor e dai giovani designer. L’obiettivo è comprendere i trend e fornire strumenti innovativi per la progettazione di nuovi modelli". Attualmente, vengono scaricate circa 500mila immagini a settimana per addestrare i sistemi di intelligenza artificiale. Un passo avanti significativo che potrebbe ridefinire il rapporto tra tecnologia e creatività nel settore fashion.

"È un treno che non bisogna perdere, un’opportunità enorme per il mondo della moda e del lusso che in questi anni ha sofferto. ’Cappell.AI’ è un progetto imprescindibile proprio in questo momento di difficoltà per le nostre aziende, affinché possano arginare e ribaltare questa tendenza che rischia di far scomparire interi comparti e distretti produttivi, incluso quello del Cappello", interviene Paolo Marzialetti della Paimar, presidente nazionale settore Cappello e presidente Abbigliamento Confartigianato Imprese: "In prospettiva è un’occasione anche per i giovani: la forte vocazione manuale e artigianale dei nostri cappellifici va a implementarsi con i nuovi processi di digitalizzazione ed educazione ai temi legati alla sostenibilità all’interno delle nostre aziende, per cui è sempre fondamentale la collaborazione con gli istituti tecnici e professionali, oltre alla collaborazione con le Università, alla luce delle nuove e future applicazioni legate all’intelligenza artificiale".

Il progetto, attivo dall’autunno scorso, prevede la creazione di un primo cappello sperimentale che verrà messo in vendita per testare la reazione del consumatore. I primi risultati si avranno nella prossima stagione primavera/estate. "Il territorio sembra pronto a sperimentare: c’è la voglia di sfruttare la tecnologia per supportare l’essere umano – continua Frontoni –. Inoltre, in termini occupazionali, il progetto mira a rafforzare la capacità delle aziende locali di competere a livello globale: vogliamo aumentare la produzione manifatturiera di qualità e rendere il settore più attrattivo per i giovani designer".

Questo approccio ha anche un’importante valenza sostenibile: permetterà di ottimizzare la produzione in base alle reali richieste di mercato, riducendo il problema dell’overproduction. Il cappello rappresenta una nicchia ideale per sperimentare, ma in futuro si punta a estendere il modello ad altri segmenti della moda, come borse e calzature.