L’ultima nota del leggendario pianista Brandi

Il musicista tolentinate è morto a 92 anni. Ha suonato davanti al Duce e Pio XII, ha ricevuto una pioggia di riconoscimenti

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di Lucia Gentili

Ha suonato fino all’ultimo il maestro Gino Brandi. E ora, nel salutare un gigante, il mondo della musica è in lacrime. Nato a Tolentino il 3 marzo 1930, si è spento lunedì all’età di 92 anni, a Bologna, dove insegnava al Conservatorio e abitava da tempo. Il pianista è stato l’enfant prodige che suonò davanti al Duce e a Pio XII, poi il ventenne che ospitò in salotto il poeta statunitense Ezra Pound, il professore di pianoforte che ereditò la cattedra veneziana da Luisa Baccara, l’eterna amante di D’Annunzio. E’ stato un tolentinate prezioso per aver brillato in tutte le più importanti stagioni musicali italiane ed europee, registrando innumerevoli trasmissioni per la Radio Svizzera Italiana e per la Rai, come "Campanile sera". Una carriera che si è tinta di leggenda, ma con l’umiltà che contraddistingue i più grandi. Dal primo concerto, a quattro anni e mezzo, al Politeama Piceno di Tolentino, a quello a quattro mani con Carlo Mazzoli al Festival pianistico internazionale di Bologna, la città della moglie, sua ’manager’. Ovvero l’inseparabile Laura, figlia dell’illustre compositore maceratese Lino Liviabella, conosciuta all’età di cinque anni e da allora sempre al suo fianco. È stato vincitore di premi nazionali e internazionali, ha fatto parte di giurie in vari concorsi, notevole la sua attività didattica: dopo i Conservatori di Parma, Venezia e Padova ha tenuto per molti anni la cattedra di pianoforte principale al Conservatorio di Bologna. Ha ricevuto una pioggia di riconoscimenti e titoli accademici e artistici, ai quali si è aggiunto, nel 2010, la nomina a membro dell’Accademia Filarmonica di Bologna, la storica istituzione alla quale appartenne anche Mozart. "La città e l’amministrazione comunale – ha detto il sindaco Mauro Sclavi – perdono uno dei più grandi talenti del Novecento. Aveva una umanità innata che insieme alla sua umiltà lo rendevano un uomo di una cortesia ed educazione oggi rare. Sarà mia premura proporre l’intitolazione di una sala o un luogo della nostra città a questo artista che ha lasciato in tutti noi un segno indelebile". "Ricorderò sempre i suoi concerti al Politeama", ha aggiunto il direttore artistico Massimo Zenobi.