L’ultimo grido di Alika: "Oddio, questo è matto" La testimone: ero paralizzata dalla paura

Il racconto: "L’aggressore era una furia. Non c’è stata indifferenza, al contrario ho visto che ciascuno si è mosso come poteva". La libraia: è venuto a cambiare gli spiccioli dell’elemosina pochi minuti prima di morire, diceva che gli faceva molto male la gamba

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di Chiara Gabrielli

"Io c’ero, a Civitanova, quando quel matto ha preso a sprangate il mendicante. Ero appena uscita dalla banca lungo il corso, ho sentito delle urla. Ho visto che l’ambulante veniva inseguito da un altro uomo – racconta una testimone, Sara G. –, che cercava di colpirlo con quello che da lontano sembrava un bastone o una spranga. L’aggressore era una furia, gridava e colpiva con forza l’altro ragazzo, tanto che poi hanno ritrovato, vicino al corpo, la stampella curva a causa della forza dei colpi dati". Alika ha gridato: “Oddio, questo è matto’’, mentre cercava di sfuggire all’aggressore: "Queste le parole che gli ho sentito dire", ricorda.

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Il pomeriggio di venerdì, verso le 14, Alika è entrato nella libreria di corso Umberto I: ha chiesto di cambiare gli spicci, come sempre. "È stato più gentile del solito – ricorda la commessa –, mi ha detto, in italiano, che aveva tanto caldo e che quel giorno gli faceva molto male la gamba (infortunata dopo un incidente, ndr). L’ho visto veramente affaticato. Poi ha ringraziato ed è uscito dalla libreria". Pochi minuti appena, e Alika era morto. "Ho sentito arrivare l’ambulanza cinque minuti dopo", ricorda la commessa. Per Sara G., che ha assistito all’aggressione, non si è trattato di indifferenza, ma di paura: "Io sono rimasta paralizzata dalla paura, non riuscivo a muovere le gambe – riprende –. Ma questo non significa che nessuno abbia fatto nulla: io ho telefonato al 113, una ragazza accanto a me ha chiamato il 118 – fa notare Sara –. La scena era dinamica, non è successo tutto nello stesso luogo, i due si sono spostati per diversi metri sul corso, non abbiamo visto bene. Il tempo di rendermi conto ed era già troppo tardi. Gli attimi successivi alla morte dell’ambulante, c’era gente disperata che piangeva. Il matto aggressore è stato preso anche perché c’era un signore che lo ha rincorso e lo ha segnalato alla polizia. Non è vero che nessuno ha fatto nulla, anzi. Sì, delle ragazze hanno realizzato un filmato, che è stato subito dato agli inquirenti. Ma io non ho visto 100 persone impegnate a fare dei video. Ho visto invece persone che si sono date da fare appena si sono rese conto di quanto stava succedendo". Quattro minuti non sono tanti, dice lei, sono pochissimi: "In quei momenti concitati – riprende Sara – ciascuno si è attivato come poteva, c’è chi ha chiamato il 118 per farsi dire come fare un massaggio cardiaco, chi è andato a prendere il defibrillatore in piazza e chi ha cominciato a chiedere di un medico. È arrivato un giovane dottore che era in vacanza, in costume, ma purtroppo per l’ambulante non c’era più nulla da fare". All’indomani dell’omicidio, resta lo choc, l’orrore di quanto accaduto: "Mi sono anche chiesta se potevo fare di più, ma non credo. I due si sono spostati e non ho nemmeno capito cosa stava accadendo poco più in là. Ciascuno ha fatto quello che poteva, di questo sono sicura. Ma, certo, sono davvero molto triste per quanto è successo davanti ai miei occhi. Un omicidio brutale che mai ti aspetteresti, una follia in strada senza senso. E un uomo non c’è più".