CHIARA MARINELLI
Cronaca

MACERATA Delitto di Rosina. Resta l’ergastolo per la figlia

La Cassazione respinge il ricorso: confermata condanna del nipote a 27 anni. Quattro al marito

Arianna Simonetti e dietro il figlio Enea, condannati entrambi per l’omicidio di Rosina Carsetti

Arianna Simonetti e dietro il figlio Enea, condannati entrambi per l’omicidio di Rosina Carsetti

Per l’omicidio della 78enne Rosina Carsetti, la Cassazione ha confermato le condanne: ergastolo per la figlia Arianna Orazi, 27 anni al nipote Enea Simonetti, e quattro anni e sei mesi al marito Enrico Orazi, accusato quest’ultimo solo di maltrattamenti in famiglia e simulazione di reato. Il ragazzo è già in carcere, la madre ora dovrà andarci.

L’anziana era stata uccisa nella sua villetta a Montecassiano (Macerata) il pomeriggio della vigilia di Natale del 2020. In primo grado, la corte d’assise di Macerata aveva condannato all’ergastolo per l’omicidio solo il nipote della vittima, mentre la figlia e il marito avevano avuto due anni per simulazione di reato. In appello ad Ancona, a luglio, dopo avere risentito 17 testimoni, gli amici della vittima, la ricostruzione era stata ribaltata e la figlia con il nipote di Rosina erano stati ritenuti colpevoli dell’uccisione dell’anziana.

La Cassazione ieri pomeriggio, respinti i ricorsi dei difensori, ha condiviso e confermato la sentenza di secondo grado: Rosina Carsetti era stata vittima di maltrattamenti da parte dei familiari, e quel pomeriggio Arianna Orazi ed Enea Simonetti la uccisero. Poi Arianna Orazi chiamò i carabinieri e raccontò che, mentre il figlio Enea era a fare la spesa, uno sconosciuto li aveva rapinati e aveva ucciso la madre. I carabinieri non le avevano creduto neanche un attimo.

Nel corso del processo è stato chiarito che l’anziana aveva paura per la propria incolumità, per questo si era rivolta a un centro antiviolenza, dove sarebbe dovuta andare il 27 dicembre. Ma i familiari, che intercettavano le sue telefonate, avevano scoperto l’appuntamento: questo era stato il movente del delitto.

Chiara Marinelli