Macerata Opera Festival 2020 Covid, mascherine e distanze. L’anteprima fila liscia

Oltre seicento spettatori per le prove generali del Don Giovanni: pubblico entusiasta. Esame superato sul fronte delle norme anticontagio

Il pubblico fuori dallo Sferisterio

Il pubblico fuori dallo Sferisterio

Macerata, 17 luglio 2020 - Le voci di Karen Gardeazabal, nel ruolo di donna Elvira e di Valentina Mastrangelo in quello di donna Anna, oltre al muro dello Sferisterio che, grazie a un videomapping, diventa cornice interattiva dell’opera sono i due elementi che hanno maggiormente conquistato il pubblico del Macerata Opera Festival. È stata un’anteprima che si è chiusa tra gli applausi, infatti, quella che è andata in scena mercoledì sera allo Sferisterio, con oltre 600 persone che sono andate a scoprire come il regista Davide Livermore abbia interpretato il "Don Giovanni" di Mozart, unica opera scenica in cartellone che, domani alle 21, aprirà ufficialmente la 56esima stagiona lirica.

"È stata un’opera molto interessante, una delle più belle che abbia mai visto – racconta Alessia Cherubini –. Nonostante lo spettacolo duri oltre ore, non mi sono annoiata perché scorre tutto molto agevolmente". Prima volta per Igor Baglioni che, però, sarebbe pronto a ritornare allo Sferisterio. "Mi sono fidato della mia fidanzata e ho fatto bene – aggiunge –. Personalmente è un’opera che consiglierei". Promosse anche le misure di sicurezza anticontagio, giudicate non troppo oppressive, anche se ci si è dovuti mettere in fila già dalle 20 per poter accedere in maniera scaglionata. "Sono state tolte alcune file in platea e i posti sono distanziati, per cui si ha un colpo d’occhio diverso all’interno dello Sferisterio – raccontano Ludovico Piccinini e Chiara Pontiggia –, però resta sempre tutto molto bello. Una delle cose che più ci hanno colpito sono i cast, decisamente azzeccati, in particolare donna Anna che ha una voce bellissima e poi il videomapping che ha messo allo Sferisterio "un vestito" prezioso davvero interessante".

"Fare un’opera che non sia tra quelle più nazional popolari è sempre una scelta molto apprezzabile – aggiunge Michele Marrocchi –, mi piacerebbe che ce ne fossero anche di più". Quello del regista Livermore è un "Don Giovanni" senza oggetti sul palco, ad eccezione di due auto, perché a riempire la scena ci pensa il muro dello Sferisterio che, grazie a un videomapping, racconta l’opera in modi diversi, sia facendo da sfondo agli attori, ma anche mostrando le espressioni dei loro volti che, spesso, non sono percepibili dallo spettatore a occhio nudo. "L’idea del videomapping è molto interessante – spiega Tommaso Ridolfi –. Sono già venuto allo Sferisterio un paio di volte e anche questa volta sono rimasto soddisfatto. Mi è piaciuta anche l’integrazione tra la modernità che si crea con lo sfondo e il racconto storico dell’opera". "La voce di donna Elvira è davvero moto bella – conclude Giacomo Vicomandi – e anche l’Orchestra filarmonico marchigiana è sempre una garanzia".