
Marcello Veneziani, ospite oggi alle 21.15 al teatro della Filarmonica
"La vera sciagura del presente non è l’avanzata dell’Intelligenza artificiale ma la ritirata dell’Intelligenza umana. Non resta che ribellarsi a questa china riscoprendo un diverso destino". È quanto sostiene Marcello Veneziani, filosofo e scrittore, autore di saggi di storia delle idee, filosofia civile e cultura politica, che alle 21.15 di oggi parlerà al teatro della Filarmonica nell’ambito di Macerata Racconta. Lucia Tancredi introdurrà l’incontro che partirà dal libro "Senza eredi. Ritratti di maestri veri, presunti e controversi in un’epoca che li cancella" (2024) scritto dall’ospite.
Veneziani, cosa resterà di questo periodo nei libri di storia?
"È difficile trovare un’eredità, il tratto distintivo della nostra epoca è non lasciare tracce, è correre verso una trasformazione cercando di abbandonare l’eredità del passato anche nel progetto del futuro. Siamo immersi nella grande illusione del presente".
Tutto è così veloce che il passato non riesce a sedimentarsi: è questo problema della contemporaneità?
"È uno dei grandi problemi. La rapidità delle trasformazioni tecnologiche non viene metabolizzata e non c’è la capacità di controllare questa guida in avanti, di orientarla, di darle un senso, ed ecco che siamo preda della velocità che ci porta verso l’ignoto".
Corsi e ricorsi storici, non ritiene che certe contestazioni avvenute in passato non si ripetano anche oggi?
"Non si ripetono nello stesso modo, magari tornano in una forma simile al passato, ma a volte non si vedono queste analogie. Abbiamo ridotto lo sguardo e non vediamo grandi analogie con periodi storici del passato".
Non crede che l’avvento dell’Intelligenza artificiale strizzi l’occhio anche alla pigrizia dell’uomo?
"Forse sì. Del resto il modo migliore per non pensare è farsi trasportare da ciò che accade, non c’è sedimentazione del pensiero, di quello critico in particolare. Mi viene in mente quanto sostenuto da Kant: la cosa peggiore è non procedere pensando, ma affidandosi agli oracoli, ora rappresentati dalla tecnologia".
Non pensa che l’uomo faccia troppo affidamento sulla tecnologia capace di risolvere i problemi?
"Noi abbiamo abdicato a favore della tecnologia e pensiamo che sarà la stessa tecnologia a risolvere i suoi problemi, non ne tiriamo fuori la testa".
C’è stato un periodo in cui certe premesse l’hanno illusa per un domani migliore?
"Un tempo le illusioni appartenevano al passato o c’era l’illusione del futuro ed ecco l’utopia o la società perfetta. Oggi l’illusione coincide con il presente".
Ma non ci sono oggi i cattivi maestri?
"Io li rimpiango perché i loro pensieri destavano una reazione critica, una contestazione, oggi non ci sono cattivi maestri ma influencer, non certo chi indica una strada".
Quali sono i maestri che le hanno lasciato qualcosa su cui costruire?
"Sono tanti. Ho dedicato molti profili ai maestri che coincidono con le tradizioni, con il mondo classico, con i grandi del pensiero del passato da Aristotele e Platone fino ai giorni nostri come Augusto Del Noce, un pensatore cattolico dalla grande intelligenza e libertà di pensiero".
Con simili premesse il futuro è già segnato?
"Però la storia insegna che ci sono gli imprevisti, gli agguati, i capovolgimenti e tutto ciò mi apre alla curiosità".