Mai più guerra, la lezione di Ivo Pianesi

Mauro

Grespini

Cosa ci lascia il 2022? La guerra fra Russia e Ucraina è certamente la parte peggiore di questo anno che arriva ai titoli di coda. Sta facendo migliaia di vittime alle porte dell’Europa e, dopo 290 giorni di conflitto, non soffiano venti di pace. L’8 dicembre Papa Francesco ha pregato e pianto per questo. Ma a pochi importa. Così, mentre il Natale si avvicina, al fronte si continua a morire. Proprio là, lungo le regioni di confine, come accadde nel dicembre di 80 anni fa a Chertkovo (poco lontano da Lugansk), dove persero la vita tantissimi giovani soldati italiani durante la Campagna di Russia. E di quella dolorosa pagina di storia fu protagonista anche il maceratese Ivo Pianesi, spentosi l’altro giorno a 100 anni. Lui, radiotelegrafista dell’esercito, si salvò miracolosamente dal massacro dell’Armata Rossa, ma ritirandosi a 40 gradi sotto zero, durante quattro giorni di marcia in mezzo alla neve, perse l’uso delle dita dei piedi, tanto da doverle poi amputare. Poi, nel tempo, ha raccontato ai giovani le sue memorie ribadendo sempre un concetto: "Mai più guerra, perché porta solo morte e distruzione". È stato maestro di vita e autentico testimone di pace. Oggi, però, l’inverno dell’animo fa cadere di nuovo bombe sul mondo che pensavamo di aver costruito migliore. Allora torna utile riflettere sull’insegnamento che ci ha lasciato Pianesi e sulle famose parole di Primo Levi: "Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare...". Non oscuriamo più le nostre coscienze.