Macerata, parto dopo le dimissioni. La bimba è in coma farmacologico

Sequestrate le cartelle cliniche, aperta un'inchiesta per lesioni colpose. Il cordone ombelicale non è stato trovato. già buttato via

La piccola è ricoverata al Salesi di Ancona

La piccola è ricoverata al Salesi di Ancona

Macerata, 30 marzo 2018 - Restano ancora critiche le condizioni della bimba nata con un parto precipitoso in casa. La piccola – fanno sapere dal Salesi – è sempre nella terapia intensiva dell’ospedale pediatrico di Ancona, tenuta in coma farmacologico. Intanto la procura ha disposto una serie di sequestri nell’appartamento della famiglia e in ospedale, ma purtroppo non è stato possibile recuperare il cordone ombelicale, su cui si sarebbero potuti fare accertamenti specifici; in reparto è stato buttato.

Il raffreddamento cerebrale è stato ritenuto necessario, perché la prognosi per lei è ancora riservata. Impossibile dire se abbia riportato conseguenze per quanto accaduto al momento della nascita, perché per ora è impossibile valutarlo. Le sue condizioni generali, sebbene stazionarie, sono ancora critiche, e ancora non è certo che possa sopravvivere. Anche la mamma è ricoverata, ma a Macerata, straziata da quanto avvenuto così come il padre della bimba e il fratellino, che aspettava con gioia l’arrivo della sorellina, e che invece si è trovato ad assistere a una scena sconvolgente e a non sapere se potrà mai vedere la piccola.

Sull’accaduto, dopo l’esposto dei familiari, il sostituto procuratore Rosanna Buccini ha aperto un fascicolo per il reato di lesioni colpose per responsabilità sanitarie. Le indagini al momento sono a carico di ignoti, in attesa di ricostruire cosa sia accaduto esattamente tra la tarda mattinata di martedì e le prime ore di mercoledì. Le versioni sono infatti due. La prima è quella della famiglia. Nell’esposto la donna – una quarantenne maceratese che avrebbe già partorito con un cesareo il primo figlio – spiega di essere andata in ospedale una prima volta intorno alle 13, con perdite e lievi dolori.

Dopo la visita le avrebbero però detto che il travaglio non era iniziato, e l’avrebbero rimandata a casa. La maceratese però dopo cena avrebbe accusato dolori più forti e nuove perdite, e per questo sarebbe tornata in ostetricia, ma ancora una volta le avrebbero assicurato che era ancora presto, dicendole che poteva tranquillamente andare a casa. Appena rientrata nell’appartamento però si sarebbe sentita male, e nel giro di pochissimo avrebbe dato alla luce la piccola. Nella concitazione del momento, il cordone ombelicale si sarebbe staccato lasciando la neonata senza ossigeno per un certo lasso di tempo. Questa ipossia potrebbe aver causato delle conseguenze alla neonata.

La versione dell’ospedale invece è un’altra: sarebbe stata la mamma che, informata del fatto che l’utero non era ancora dilatato, a scegliere di aspettare a casa, dove poi in maniera imprevedibile avrebbe avuto il parto precipitoso. La procura ha comunque disposto il sequestro di materiale in casa della coppia e delle cartelle in ospedale. Non è stato possibile recuperare il cordone, perché era stato buttato; un peccato perché da quei tessuti sarebbe stato possibile stabilire se la bimba aveva avuto una sofferenza fetale.