"Malattie infettive, serve un reparto ad hoc"

La direttrice Corsi: "Mi batterò con tutte le mie forze". Sotto osservazione un ragazzo tornato dalle Canarie: non è "monkeypox"

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di Franco Veroli

La situazione è del tutto sotto controllo, non c’è nessun allarme. Ma il primo caso sospetto di vaiolo delle scimmie (monkeypox) nelle Marche ha alzato ulteriormente il livello di attenzione da parte del sistema sanitario. Una attenzione che costituisce un elemento di rassicurazione per i cittadini, fermo restando che questo virus non è il Covid. Nei giorni scorsi Romano Mari, medico di famiglia, nonché presidente dell’Ordine dei "camici bianchi" della provincia di Macerata, ha attivato tutte le procedure necessarie nei confronti di un giovane maceratese, proprio per vedere se fosse stato contagiato dal virus del vaiolo delle scimmie.

"Per fortuna era tutto a posto, il virus non c’era. Ma ritengo che anche in presenza del minimo dubbio la situazione vada verificata", spiega Mari. "Si tratta di una persona che aveva la febbre e manifestava alcuni sintomi propri di diverse condizioni, a partire dal comune raffreddamento – prosegue – . E questa era anche l’ipotesi che ho ritenuto più probabile, anche perché non erano presenti lesioni cutanee. Però il giovane era appena rientrato dalle isole Canarie, cioè uno dei luoghi in cui sono stati registrati diversi casi di vaiolo delle scimmie. I tempi di incubazione sono mediamente di una o due settimane prima che si manifesti la malattia, quindi la febbre poteva essere il primo dei sintomi. Di qui il passaggio prima al pronto soccorso dell’ospedale, poi alle malattie infettive e alla medicina interna. Fortunatamente il virus non c’era, ma è sempre bene non lasciare nulla di intentato". "Possiamo stare tranquilli, non tanto perché questo virus è meno contagioso e meno pericoloso del Covid, ma soprattutto perché possiamo contare su un sistema collaudato ed efficace", sottolinea Daniela Corsi, direttrice dell’Area Vasta 3. "Il caso sospetto di Ancona e la persona controllata a Macerata sono lì a dimostrare con quanta cura e attenzione si segua ogni situazione". La direttrice coglie però l’occasione per sottolineare come tutti gli esperti abbiano già chiarito come la possibilità di altre epidemie sia piuttosto probabile. E, allora? "Non vorrei che, una volta sconfitto il Covid, contro il quale la guerra non è ancora conclusa, ci si dimentichi delle malattie infettive. Mi batterò con tutte le mie forze affinché Macerata torni ad avere uno specifico reparto di malattie infettive (al monento i posti letto sono condivisi con un altro reparto, ndr), sull’importanza del quale non serve spendere tante parole, visto che lo richiedono i fatti. L’ospedale di Macerata non può non avere questo reparto".

Intanto sono sempre in calo i numeri della pandemia nelle Marche. L’incidenza per 100mila abitanti è passata da 278,19 a 263,90, i ricoveri sono diminuiti da 88 a 81, 7 in meno, 4 dei quali – invariati – in terapia intensiva. Sono stati processati 2.345 tamponi e i nuovi positivi sono 452, 83 dei quali in provincia di Macerata. Il tasso di positività è al 22,7%, in diminuzione rispetto al 24,7% del giorno prima. In diminuzione le persone in isolamento passate da 3.798 a 3.724, come pure gli attualmente positivi passati da 3.886 a 3.805. Continua a diminuire anche il numero delle persone in quarantena, passate da 8.106 a 7.687. C’è stata un’altra vittima: una 91enne di Cingoli.