"Mansarda a soqquadro e il livido di Arianna, ecco i segni del passaggio del rapinatore"

Nuovo sopralluogo dei carabinieri nella villetta di Montecassiano, l’avvocato Netti: stanza sottosopra, ci sono molte impronte. E lo scontrino del market di Enea Simonetti riporta come orario le 18.06. L’ipotesi della Procura: Rosina è stata uccisa prima

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di Paola Pagnanelli

Un livido sul braccio di Arianna, le testimonianze di alcune imprese che fecero i lavori in casa Orazi. La difesa del marito, della figlia e del nipote di Rosina Carsetti continua ad allineare argomenti per ribadire che la sera del 24 dicembre in quella casa è entrato un bandito, e che Enrico e Arianna Orazi ed Enea Simonetti non sono responsabili dell’omicidio della 78enne. Anche le indagini della Procura, coordinate dal procuratore capo Giovanni Giorgio, proseguono per ricostruire la vicenda. Ieri, dalle 10 fino al tardo pomeriggio, è proseguito il controllo con i carabinieri del reparto scientifico nella villetta. Nella camera di Rosina sono stati trovati oggetti di bigiotteria e abiti, cosa che dimostrerebbe che la donna non era costretta a vivere in cucina. È stata trovata anche la bozza dell’atto pubblico di trasferimento della villetta a favore del nipote Enea. "Ieri – riferisce l’avvocato Andrea Netti, che assiste gli indagati con i colleghi Valentina Romagnoli e Paolo Morena – è tornato anche il consulente informatico della Procura, Luca Russo, per sapere se in casa c’erano anche vecchi dispositivi. Arianna Orazi ha indicato un tablet e un portatile vecchi, che erano in una cassapanca e sono stati consegnati al consulente". Poi i carabinieri hanno setacciato la mansarda. "Ci sono molte impronte da analizzare, la stanza era completamente a soqquadro". L’ipotesi degli inquirenti è che Rosina avrebbe subìto una serie di maltrattamenti dai familiari, e sarebbero stati loro la sera della vigilia di Natale a ucciderla, simulando poi una rapina. Ecco perché sono indagati per omicidio, favoreggiamento, simulazione di reato e maltrattamenti in famiglia. Ma la difesa ribadisce che la versione dei familiari è corretta. In un comodino del salotto, dove dormiva Rosina, è stato trovato lo scontrino di un compro oro, risalente a novembre, dal quale risulta la vendita di alcuni gioielli per 1.320 euro. I soldi sarebbero svaniti e su questo sono stati annunciati ulteriori sviluppi. Inoltre, Arianna Orazi ha un livido sul braccio. "Il medico Francesca Tombesi, nostra consulente, a giudicare dalla colorazione ritiene sia stato fatto la sera della vigilia. Arianna Orazi lo ricollega a quando lo sconosciuto l’ha presa e legata a una sedia". Quel pomeriggio, dicono i familiari, erano tutti a casa. Enea aveva sistemato le luci natalizie in giardino. Il sospetto della Procura è che l’omicidio sia avvenuto verso le 17: un vicino sarebbe passato alle 17.15 per portare un regalo a Rosi, e nessuno gli avrebbe aperto. "Ma la villetta è senza citofono – ribatte l’avvocato Netti –, non lo avevano ancora messo dopo i lavori. Non so dove possa aver suonato questo vicino, non dagli Orazi". In realtà, il vicino non ha usato il citofono: come era prassi tra gli amici di Rosina, la chiamavano da fuori il cancello, e lei si affacciava. La sera del 24, invece, nessuno si è affacciato, sebbene lui la chiamasse a gran voce ripetutamente. Pochi minuti prima delle 18, Enea è uscito per andare al supermercato vicino casa; lo scontrino riporta l’orario delle 18.06, per l’acquisto di fettine di maiale, vassoi in alluminio e uno snack. Poi il ragazzo resta nel parcheggio, a guardare video al cellulare. Alle 19 torna a casa, "chiama per tre volte le madre e non ottenendo risposta si allarma. Subito dopo trova madre e nonno legati e la nonna morta. A quel punto parte la chiamata al 118". Il rapinatore – a detta dei familiari – avrebbe preso dal comodino di Arianna circa 2mila euro, parte del ricavato della vendita di una moto. Non avrebbe portato via altro. "Domani – anticipa il difensore –, incontrerò i familiari, il giorno dopo ho convocato tre delle ditte che fecero i lavori, per chiedere quale fosse la situazione in casa: se c’erano maltrattamenti, qualcuno dovrà aver visto qualcosa". Anche l’altro figlio di Rosina e la nuora, peraltro, hanno escluso che la madre subisse le angherie di qualcuno: in televisione hanno dichiarato che viveva in una condizione normalissima, non spiegandosi dunque quella richiesta di aiuto del centro antiviolenze.