Manzi in pole, Carancini e Patassini sperano

Inizia la corsa per le candidature: l’ex sindaco dovrebbe chiedere una deroga a Letta. Se la Latini va a Roma, la Leonardi assessore regionale

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Dovrà chiedere una deroga al segretario nazionale Enrico Letta, il consigliere regionale Romano Carancini se vorrà essere nella lista dei candidati del Pd alle prossime elezioni del 25 settembre. Secondo il regolamento approvato il 26 luglio dalla direzione nazionale, infatti, non sono candidabili coloro che ricoprono la carica di sindaco nei Comuni sopra i 20mila abitanti e i componenti degli organi esecutivi e assembleari delle Regioni che non si trovino all’ultimo anno di legislatura, se non dopo esplicita deroga del segretario nazionale. L’ex sindaco di Macerata, però, è uno di quelli che vorrebbe staccare un biglietto per Roma, anche se la strada sembra decisamente tortuosa e molto in salita, vista anche la reticenza di alcuni esponenti locali nel portare voti al collega Dem. Più semplice la posizione di Irene Manzi, già deputata e segretaria della commissione cultura, scienza e istruzione dal 2013 al 2018 e attualmente responsabile nazionale scuola del Partito Democratico, che potrebbe spuntarla al proporzionale. In corsa anche il sindaco di Montecassiano, Leonardo Catena, mentre ha deciso di rimanere alla guida del Comune di Monte San Giusto, il sindaco Andrea Gentili che ha rifiutato la proposta di candidatura.

Sul fronte del centrodestra, invece, i movimenti nella giunta regionale con l’assessore Guido Castelli con un posto quasi certo per Roma e quelli di Giorgia Latini e Mirco Carloni ancora in forse, potrebbero aprire rimpasti importanti per i maceratesi. Se, infatti, l’assessore Latini decidesse di candidarsi, potrebbe tornare in auge la consigliera portorecanatese Elena Leonardi (Fratelli d’Italia), rimasta esclusa nel 2020 dagli assessorati dopo che il governatore Francesco Acquaroli le chiese un passo indietro, andando ad occupare così lo scranno rimasto libero alla guida della cultura. Nel rimpasto di giunta finirebbe anche l’assessore Filippo Saltamartini a cui potrebbe essere tolta la sanità, che il governatore Acquaroli potrebbe tenere per sé, e gli verrebbero assegnate le deleghe al commercio e allo sviluppo economico che oggi sono del vicepresidente Mirco Carloni, anche lui con la voglia di andare a Roma. A disposizione, in attesa di capire se la Lega lo confermerà per Roma, anche l’onorevole treiese Tullio Patassini. A cercare un seggio sicuro nelle Marche, anche se di marchigiano non hanno nulla, sono i due segretari regionali di Forza Italia, il viterbese Francesco Battistoni e dell’Udc, il romano Antonio Saccone.