Maradona, il poliziotto nella scorta di Diego: "Mi ospitò a Napoli per un weekend"

Il montecassianese Alessio Pandolfi si occupò della sicurezza del campione durante il ritiro in città nel 1985. "Era generoso: mi pagò l’albergo e mi fece fare un giro in città. Lo incontrai pure negli spogliatoi di San Siro"

Diego Armando Maradona a tavola a Villa Quiete

Diego Armando Maradona a tavola a Villa Quiete

Macerata, 27 novembre 2020 - Parecchi maceratesi ricordano quell’estate del 1985 quando il Napoli e Diego Armando Maradona vennero nel capoluogo per gli ultimi giorni di ritiro pre-campionato e sfidarono la Maceratese in amichevole all’Helvia Recina. Pochi, anzi pochissimi però, ebbero il privilegio di stare a contatto quella settimana con il campionissimo argentino, pranzando con lui e addirittura ricevendo l’invito per andarlo a trovare a Napoli. Questa fortuna l’ha avuta Alessio Pandolfi di Valle Cascia (Montecassiano) che, 35 anni fa, lavorava per la Digos a Macerata. Pandolfi ci racconta quei giorni d’agosto: "Mi fu dato l’incarico di occuparmi di Maradona, lo scortavo dall’Hotel Villa Quiete dove alloggiava, fino allo stadio dove poi si allenava con i compagni. Lui saliva sulla sua Mercedes nera (i compagni col pullman) e io ero nell’auto dietro. Ero presente sempre, anche durante gli allenamenti restavo a bordo campo, al punto che mi presi una insolazione e una giornata la finii all’ospedale...".

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Con Maradona ebbe insomma un contatto vero in quei giorni, cos’altro ricorda? "Organizzammo un pranzo a Valle Cascia. Un momento bellissimo, mangiammo nel bar della frazione e offrimmo tutto noi. Ricordo che mi sorprese la sua richiesta di spaghetti in bianco, Maradona era contrario ai sughi in quel periodo. Poi facemmo una foto tutti assieme, c’erano decine di ragazzini che gli stavano attorno per l’autografo".

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Al momento dei saluti cosa disse a Maradona? "In verità fu lui a spiazzarmi con un invito. Diego mi voleva un weekend a Napoli".

E lei naturalmente accettò… "E ci mancherebbe! Settimane dopo scesi a Napoli per un weekend e Maradona, generoso, mi pagò l’albergo. La mattina del sabato facemmo un giro per le vie della città, io, lui, il suo manager e la guardia del corpo. Poi la domenica andai al San Paolo per vedere Napoli-Roma".

Lei è romanista? "No sono milanista. Infatti qualche domenica dopo andai a San Siro per Milan-Napoli. Lavorando in Questura, mi fu permesso di entrare nello spogliatoio del Napoli prima dell’incontro. Quando Diego mi vide a voce alta disse questo è un grande uomo, mi venne incontro e mi abbracciò calorosamente".

Come ha reagito alla notizia della sua morte a soli 60 anni? "Ammetto che due lacrimucce mi sono uscite, una notizia molto triste. Purtroppo la sua vita sregolata e l’abuso di cocaina lo hanno rovinato. Ma allora, quando il Napoli venne qui, non era così, la droga e le esagerazioni fuori dal campo non c’erano. Io lo ricordo come una brava persona che scherzava sempre. Naturalmente col pallone faceva cose uniche, vederlo in allenamento era uno spettacolo".