Maltrattamenti Corridonia, la vittima è il marito

Indagata una donna: vessazioni al coniuge costretto a fuggire di casa

La procura ha appena chiuso le indagini dopo la denuncia presentata dall’uomo

La procura ha appena chiuso le indagini dopo la denuncia presentata dall’uomo

Corridonia (Macerata), 22 settembre 2019 - Con botte e minacce di morte avrebbe costretto il marito a mangiare solo una volta al giorno, a non bere dopo le 17, a non chiamare nessuno al telefono se non in sua presenza, e ad affidarle tutti i suoi risparmi, con cui lei si sarebbe fatta anche la liposuzione. Di questo è accusata una 51enne ex infermiera di Corridonia, sulla quale la procura ha appena chiuso le indagini accusandola di maltrattamenti in famiglia, lesioni ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni.

I fatti sarebbero successi a Corridonia dal 2014 al 2017. Tutto sarebbe iniziato dopo che lui, un 59enne, aveva avuto un infarto. Delle sue condizioni cagionevoli lei avrebbe approfittato, usando anche la violenza: lo avrebbe preso a pugni al volto e sul corpo, lo avrebbe colpito con un rasoio elettrico e il soffione della doccia, tanto da costringerlo più volte ad andare al pronto soccorso. Le botte sarebbero state così forti da causargli prognosi di 12 giorni e anche di un mese, per le fratture scomposte, i traumi e le ferite.

La donna avrebbe poi preteso che lui non avesse più contatti con i figli avuti dalla prima moglie, neanche per telefono. Lo avrebbe costretto a stare per ore seduto in poltrona, a indossare il pannolone per non dover essere accompagnato in bagno, a mangiare solo una volta al giorno e bere al massimo fino alle 17, a usare il cellulare solo se autorizzato e sempre in presenza della compagna. Lo avrebbe convinto a farle gestire i risparmi, a partire dal farsi dare la tessera del bancomat, da cui poi avrebbe prelevato varie somme. L’ex infermiera avrebbe persino preso in prestito dei soldi dai parenti di lui, usandoli per una liposuzione. Con una delega, lei avrebbe operato su tutti i conti del compagno. Il 59enne in breve sarebbe stato ridotto in condizioni di totale sudditanza psicologica, al punto da mentire ai sanitari che lo avevano in cura e anche ai figli, ignari di tutto. Alla fine però lui, affamato e prostrato da questo menage, era scappato e aveva chiesto aiuto. Quando aveva capito che il marito se ne era andato, lei avrebbe anche cambiato la serratura di casa, impedendogli di rientrare per recuperare le sue cose; per questo è indagata per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Nei giorni scorsi, il sostituto procuratore Margherita Brunelli ha mandato l’avviso di conclusione delle indagini alla donna. Difesa dall’avvocato Gerardo Pizzirusso, ora lei potrà dare una sua versione dei fatti. L’uomo è assistito dall’avvocato Luciano Pacioni.