Montecassiano, martellate alla ex. Condannato

Aggressione fuori dal Liolà: confermati 14 anni in appello. La 43enne ridotta in fin di vita

Violenza

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Macerata, 21 maggio 2019 - Condanna confermata, a 14 anni di reclusione, per Resnik Habibaj, il 57enne che il 27 ottobre del 2017 ridusse la ex moglie in fin di vita. Ieri per lui si è chiuso il processo in appello, ma le richieste della difesa sono state tutte respinte dalla corte. L’uomo, muratore da anni residente a Pollenza con la famiglia, si era reso protagonista di una aggressione molto violenta. La moglie, Trendelina Halimi, all’epoca 41enne, non voleva più subire i comportamenti violenti del marito; così, con i figli ormai grandi, lo aveva lasciato chiedendo la separazione. Ma lui non aveva accettato la sua decisione, e così aveva iniziato a perseguitarla.

Resnik Habibaj, in carcere

 Montecassiano, presa a martellate dal marito. Gravissima / FOTO

Allarmata, la donna aveva segnalato i fatti alle forze dell’ordine. Così per il muratore era scattato il divieto di avvicinamento alla donna. La sera del 27 ottobre lei aveva deciso di iniziare un corso di ballo al Liolà di Montecassiano, ed era andata lì con una amica. Ma fuori dal locale aveva visto il marito e aveva subito capito che lui aveva in mente qualcosa. Aveva chiesto all’amica di accompagnarla nel parcheggio, per vedere cosa stesse facendo Habibaj. Lì fuori lui prima aveva tentato di investirla con l’auto, poi era sceso, aveva preso dal bagagliaio un grosso martello da muratore e con quello l’aveva colpita alla testa. A quel punto erano stati chiamati il 118 e la polizia. La donna era stata portata in condizioni disperate in ospedale, mentre lui era stato arrestato per tentato omicidio. In primo grado, processato con il rito abbreviato, l’albanese era stato condannato a 14 anni di reclusione e a risarcire la ex moglie con 250mila euro. L’avvocato difensore Federico Arcolai dello studio Galeazzi ha però fatto appello, chiedendo ai giudici di Ancona una nuova perizia psichiatrica, per accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato. La corte d’appello però ha respinto la richiesta, ritenendo che gli accertamenti già fatti fossero del tutto attendibili: Habibaj era capace di intendere e di volere, e colpevole di tentato omicidio. Per questo è stata confermata la pena a 14 anni di reclusione.

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L’uomo dunque per ora resta in carcere. La ex moglie invece, parte civile con i figli con l’avvocato Cristina Servi, è tuttora in condizioni delicatissime. Riesce a sussurrare qualche parola, accenna pochi movimenti, ma le lesioni alla testa l’hanno compromessa in maniera fortissima, con la speranza di qualche minimo margine di miglioramento attraverso una terapia costante. Tuttora è ricoverata al Santo Stefano di Porto Potenza, da dove però a breve sarà dimessa; bisognerà però trovare il modo per garantirle l’assistenza costante di cui ha bisogno.