CronacaMacerata, maxi eredità nelle mani degli avvocati

Macerata, maxi eredità nelle mani degli avvocati

I civitanovesi Emanuela Scoppa e Claudio Monterotti hanno ammesso tutto: "Abbiamo sbagliato, pronti a risarcire". L’accusa: falsificato il testamento milionario di un’anziana, raggirato il figlio ultrasessantenne della donna

Controlli della Guardia di Finanza

Controlli della Guardia di Finanza

Macerata, 18 maggio 2022 - Un’anziana e il figlio raggirati da due avvocati, intenzionati a mettere le mani su una eredità milionaria. Questa l’accusa mossa a due professionisti civitanovesi, Emanuela Scoppa e Claudio Monterotti, su cui ora la procura ha chiuso le indagini. I reati di cui sono chiamati a rispondere sono la circonvenzione di incapace e, solo Scoppa, il falso in testamento olografo e la falsa attestazione di qualità personali. I due, difesi dagli avvocati Federico Valori e Francesco De Minicis, hanno ammesso tutto dicendosi pronti a risarcire i danni e a chiudere la vicenda con un patteggiamento. Tutto ruota intorno a una famiglia civitanovese molto ricca, proprietaria di diversi immobili di valore.

L’anziana madre era entrata in contatto con l’avvocato Scoppa, con cui poi aveva stretto un rapporto. Nell’ottobre 2020 la donna era morta, lasciando un solo erede, il figlio ultrasessantenne, estremamente provato dalla perdita della madre. Ma all’apertura della successione, era venuto fuori che metà dei beni erano stati destinati a Scoppa, in base a un testamento olografo che sarebbe stato redatto dalla defunta. Scoppa, dopo essersi qualificata come erede dal notaio, aveva incamerato subito i beni mobili e immobili. Inoltre, dalla morte dell’anziana anche Monterotti, collega di Scoppa, aveva iniziato a frequentare con assiduità la villa dell’erede, conquistandone la fiducia al punto da convincerlo a rilasciargli la procura generale per la gestione del suo patrimonio, nominandolo amministratore di sostegno in previsione della propria eventuale futura incapacità. A luglio 2020 però, su richiesta della procura, il tribunale aveva nominato un altro amministratore di sostegno, sulla base di una difficoltà personale dell’uomo a gestirsi da solo. Da lì sarebbero partiti gli accertamenti, condotti dalla Guardia di finanza con l’indagine "Ultime volontà". In particolare, ci sarebbero intercettazioni telefoniche e ambientali pesantissime per i due indagati. Da queste sarebbe venuto fuori che c’era un testamento apocrifo: Scoppa lo aveva fatto scrivere a sua suocera, perché risultasse la grafia di un’anziana. Per questo anche la suocera, Ada Bacaloni, è indagata di falso in testamento olografo. L’inchiesta era emersa a novembre quando il tribunale, su richiesta del procuratore Claudio Rastrelli e del sostituto procuratore Vincenzo Carusi, aveva applicato ai due indagati il braccialetto elettronico, per controllare che non si riavvicinassero più alla vittima. Ora le indagini sono state chiuse. "Però – precisa l’avvocato Francesco De Minicis, che li difende con il collega Federico Valori – bisogna dire che i due non hanno intascato nulla: l’eredità è rinunciata, gli immobili sono stati restituiti all’erede. Abbiamo proposto un risarcimento adeguato, abbiamo ricevuto richieste eccessive dalla controparte, ma contiamo di trovare rapidamente una soluzione con l’autorevole parere del procuratore e del giudice civile. C’era un rapporto molto stretto tra l’avvocato Scoppa e l’anziana defunta, che più volte aveva manifestato a voce una sua volontà, poi non formalizzata. I due avrebbero fatto un salto illecito di passaggio, i cui effetti sono stati comunque del tutto annullati. I danni materiali causati sono poche migliaia di euro, per qualche mese di mancato affitto degli immobili, e intendiamo risarcirli, ma la richiesta di 65mila euro di spese legali ci sembra un tentativo di approfittare degli errori altrui".