Maxi inchiesta sul traffico di rifiuti Dissequestrata la ditta di Lattanzi

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di Paola Pagnanelli

Azienda dissequestrata a Sandro Lattanzi, l’imprenditore accusato di avere messo in piedi un traffico illecito di rifiuti, finito al centro di una inchiesta condotta dalla Procura antimafia di Ancona con i carabinieri forestali. Nei giorni scorsi, il tribunale del riesame di Ancona ha accolto il ricorso presentato, per Lattanzi, dagli avvocati Patrizia Palmieri e Leonardo Filippucci, e ha restituito all’indagato la disponibilità dell’area in cui si trova la ditta, a Vallebona, i mezzi e i conti correnti. In particolare, la difesa ha sostenuto che non ci sarebbe mai stato alcun traffico illecito di rifiuti, perché si sarebbe trattato soltanto di una situazione di emergenza, nata dalla gestione delle macerie del terremoto. Lattanzi aveva avuto anche una diffida dalla Provincia di Macerata, che gli aveva proibito di incamerare nuovi rifiuti in attesa di avere dei documenti. Lattanzi avrebbe evitato dunque di ricevere altro materiale, e starebbe per consegnare l’ultimo documento richiesto dalla Provincia per riattivargli l’autorizzazione completa. "In ogni caso, ricordiamo che questa è una delle poche ditte autorizzate a smaltire le macerie del cratere – precisa l’avvocato Palmieri –, che sono in quantità enormi e non si possono mettere altrove. La ditta stava ultimando lo smaltimento, ma parliamo di una situazione contingente particolare". Per ora, il tribunale del riesame ha revocato le misure cautelari, nei prossimi giorni si conosceranno le motivazioni. Intanto, Lattanzi può riprendere sia con l’attività di smaltimento dei rifiuti che con quella di movimento terra, che non era interessata dalle indagini, ma era comunque penalizzata dal sequestro, visto che spazi e mezzi per le due attività sono gli stessi. L’inchiesta, partita dalla Procura di Macerata nel 2018 per chiarire come fossero gestite le macerie del terremoto, non riguarda soltanto l’imprenditore. Sono coinvolti a diverso titolo anche un funzionario del Comune di Macerata, Giorgio Gregori, e l’imprenditore edile Enrico Crucianelli: in tutto si parla di 31 persone iscritte nel registro degli indagati dal procuratore Paolo Gubinelli di Ancona. Il funzionario comunale è indagato per i lavori di rifacimento della pista di atletica all’Helvia Recina. Le indagini avrebbero fatto emergere un ampio disegno criminoso messo in atto dall’azienda, che avrebbe speculato trattando quantità di rifiuti maggiori o di tipo diverso rispetto a quelle autorizzate, risparmiando sui costi per recupero, smaltimento e trasporto. Lattanzi avrebbe accumulato decine di migliaia di tonnellate di rifiuti edili, anche contenenti amianto, collezionando numerose violazioni di legge. Per il reato di traffico illecito di rifiuti è indagato anche il legale rappresentante della Crucianelli Rest Edile, Enrico Crucianelli, che si sarebbe servito in maniera consistente dell’attività di trasporto di rifiuti di Lattanzi, illecita perché fatta senza iscrizione all’albo dei gestori ambientali. L’ingegnere Gregori, invece, avrebbe accettato che il lavori per la pista di atletica all’Helvia Recina, nel 2019, fossero realizzati da Lattanzi con un subappalto. Le altre imprese coinvolte si trovano in tutta Italia, sono vincitrici di appalti per lavori pubblici o ditte che avrebbero sfruttato l’impianto di Vallebona, per disfarsi degli scarti dell’edilizia.