"Maxi traffico di droga" Ragazzo catturato in città

Dall’Albania a Roma e poi in tutta Europa su bus e treni: scattano 55 arresti. Straniero di 27 anni preso dai carabinieri, si era rifugiato dalla fidanzata

Migration

di Paola Pagnanelli

Accusato di fare parte di una rete di spacciatori, che portava la droga in tutta Europa viaggiando sui bus e sui treni, aveva pensato di farla franca rifugiandosi dalla fidanzata a Macerata. Ma i carabinieri lo hanno stanato anche qui. Così, un albanese 27enne, Paulo Joka, è finito in manette, coinvolto in una maxi operazione antidroga che ha portato in carcere 55 persone. Le indagini sono partite da Roma, ma hanno toccato anche Brescia, Modena, Rapallo, Parma, Reggio Calabria, in Germania la città di Kothen e in Albania Valona. Il blitz è scattato all’alba di ieri, per dare esecuzione a un’ordinanza emessa dal tribunale di Roma su richiesta della direzione distrettuale antimafia. Le misure cautelari sono scattate per 55 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di appartenere a tre distinte associazioni, finalizzate al traffico illecito di stupefacenti, di produzione, traffico e detenzione illecita di stupefacenti, di falsità per induzione in errore del pubblico ufficiale. Sono nello specifico 52 uomini e 3 donne, 27 albanesi, 23 nigeriani, quattro italiani e un gambiano. Della prima associazione albanese, che importava ingenti quantitativi di marijuana da Valona, poi smistata, grazie all’alleanza con i nigeriani, in ambito nazionale ed europeo, avrebbero fatto parte 27 indagati; altri tre fanno parte di un’associazione nigeriana e altri otto di una terza organizzazione, sempre nigeriana: questi reperivano e acquistavano la marijuana dall’Albania, poi la trasportavano e commercializzavano in tutto il territorio nazionale ed europeo, con due basi logistiche a Roma. Gli altri 17 indagati rispondono di singole o plurime cessioni di stupefacente. Il provvedimento cautelare trae origine da un’indagine condotta dall’aprile del 2018 all’aprile del 2019 da parte dei carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Roma Parioli, scaturita durante il costante monitoraggio delle piazze di spaccio della capitale. Diversi soggetti fermati in prossimità degli stalli di partenza dell’autostazione "Tibus" occultavano importanti quantitativi di marijuana all’interno di zaini, borsoni o trolley. Nelle fasi delle indagini, tra i corrieri fermati dai carabinieri di Roma, c’è stata anche la detenuta tedesca che a settembre del 2018 uccise i due figli in carcere a Rebibbia; il padre dei bambini era stato arrestato l’anno prima a Macerata. La donna era stata sorpresa dai militari con 11 chili di marijuana nascosta tra i pannolini dei bambini. Con lei c’erano anche due nigeriani arrestati ieri. I corrieri erano quasi sempre molto giovani, incensurati e reclutati nei centri di prima accoglienza. Tutti gli indagati dell’associazione albanese provenivano da Valona. La marijuana sbarcava sulle coste pugliesi, e con la tecnica a staffetta veniva portata a Roma imballata, confezionata sottovuoto, avviluppata in numerosi strati di cellophane a loro volta avvolti con nastro adesivo colorato, spesso di colori diversi per distinguere i pacchi in base al quantitativo, mai inferiore al chilo. Come scrive il giudice per le indagini preliminari nell’ordinanza, dopo un anno di indagini Roma è il centro di smistamento di tonnellate di marijuana, convogliate nella capitale e poi dirottate ovunque, fino a Germania e Austria. Tra gli indagati, dunque, c’era anche il giovane albanese, che si era rifugiato dalla fidanzata a Macerata e sperava di rimanere tranquillo. Per questo, è rimasto molto sorpreso quando, all’alba di ieri, sono arrivati i carabinieri di Macerata, che lo avevano rintracciato e che l’hanno portato in carcere.