"Maxi truffa alla prof in pensione" Condannata promotrice finanziaria

Investimenti e versamenti bluff, spariti dal conto 300mila euro: due anni e quattro mesi a una recanatese

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di Paola Pagnanelli

Fingendo una serie di investimenti e versamenti, si era impossessata dei risparmi di una pensionata, 300mila euro, facendoli sparire. Per questo, accusata di truffa e sostituzione di persona, ieri è stata condannata la recanatese Melania Bravetti. Lavorando come promotrice finanziaria, la donna aveva conosciuto una professoressa maceratese in pensione. Lei e il marito avevano accumulato una piccola somma con i risparmi, messa via nel caso di future necessità. Ma quando poi la coppia era andata a prelevare da quel gruzzolo, nel 2017, aveva trovato il conto prosciugato. Era partita la denuncia, e dalle indagini si era ricostruito cosa sarebbe accaduto. La pensionata si era rivolta alla promotrice finanziaria di fiducia, chiedendole di investire i risparmi. E Bravetti nel 2015 e avrebbe fatto credere di avere fatto così, arrivando a pagarle di tanto alcune piccole cedole, per un totale di 11mila euro, per rassicurarla sulla bontà dell’investimento. La promotrice avrebbe convinto la pensionata ad aprire un conto in una banca svizzera, su cui versare 300mila euro, per le operazioni. Ma da quel conto i soldi sarebbero poi transitati in un altro, aperto con una banca ad Ancona a nome della pensionata. In sostanza, la promotrice avrebbe usato dati e firma falsa della cliente per il nuovo conto, su cui lei aveva il controllo totale, avendo indicato i suoi recapiti (indirizzo e numero di cellulare) in modo che la maceratese fosse sempre all’oscuro di quanto stava accadendo. Da quel conto sarebbero stati prelevati soldi in contanti, altri sarebbero stati usati per pagamenti vari, e 49mila in particolare sarebbero serviti a Bravetti per acquistare un’auto di lusso. Alla fine, comunque, la maceratese sul suo conto non aveva più un euro. Ieri per l’imputata, dopo aver esaminato testimoni e documenti, si è chiuso il processo in tribunale a Macerata. Il pm Sabina Antognozzi ha chiesto la condanna a due anni di reclusione, spiegando su quali elementi emersi nell’istruttoria fosse fondata la richiesta. Per la pensionata l’avvocato Diego Casadidio, parte civile col collega Leonardo Teodori, ha sollecitato la condanna. Per l’imputata, l’avvocato Mirela Mulaj dello studio Scheggia ha invece tentato di ridimensionare la portata degli elementi emersi nel processo. Alla fine, il giudice Barbara Angelini ha inflitto alla donna la pena di due anni e quattro mesi di reclusione, e 3.600 euro di multa. La recanatese, comunque, ora potrà fare appello contro la sentenza.