Medici di base, sos pensionamenti "Va aumentato il numero di mutuati"

Ventisei dottori a riposo nei distretti di Macerata, Camerino e Civitanova, ma i sostituti non bastano. Il presidente Mari: "C’è la possibilità di conferire incarichi provvisori ai pensionati su base volontaria"

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di Lucia Gentili

Sos medici di base, per effetto dei pensionamenti: da una parte, l’affollamento dei mutuati per i medici rimasti operativi; dall’altra, i disagi per i pazienti, che devono cimentarsi nell’ardua ricerca di un sostituto, come è accaduto in questi giorni a Treia. Nel corso del 2021, nel territorio dell’Area Vasta 3 di Macerata, sono stati ventisei i medici di famiglia andati in pensione: dieci nel distretto di Macerata, dieci nel distretto di Civitanova e sei nel distretto di Camerino. Un numero superiore a quello che era stato calcolato preventivamente, tenendo conto del raggiungimento dei limiti di età. Ad esempio, nei Comuni di Porto Recanati e Recanati, ci sono state delle cessazioni anticipate, quindi non previste nel piano predisposto dall’Asur. In dettaglio, nel capoluogo di provincia, a fronte di dieci pensionamenti sono stati conferiti sette nuovi incarichi, mentre a Camerino tre e a Civitanova soltanto uno. Un quadro che dalla metà di dicembre non è cambiato di molto. E non migliora spostandosi sul fronte delle guardie mediche, basti pensare al servizio a singhiozzo a Tolentino. La programmazione sanitaria, in sintesi, ha fatto "cilecca". "Gli ordini hanno ribadito il rischio per anni – afferma il dottor Romano Mari, presidente dell’ordine dei medici di Macerata – e adesso c’è la carenza di medici. In attesa che escano medici dai corsi di formazione, ora come ora si potrebbero adottare delle soluzioni tampone, ad esempio aumentare temporaneamente il numero massimo di pazienti (massimale), da 1.500 a 1.800, per i medici di medicina generale. Rientra nell’ambito normativo nazionale, ma anche le Regioni possono decidere di adottare la modifica. Oppure, l’altro modo per tamponare la situazione, sarebbe di permettere al pensionato, su base volontaria, di svolgere un incarico provvisorio da tre mesi a un anno al massimo, nell’attesa che si formino i medici. Intanto, abbiamo già ottenuto un aumento dei posti per le specializzazioni; il numero va comunque programmato, in base alla capacità formativa dell’Università". Lo stesso dottor Mari, 68enne, pur avendo maturato gli anni per andare in pensione, per legge può restare al lavoro fino a settanta anni. E resta in prima linea. Oltre alla carenza di personale, c’è anche la difficoltà di reperimento. In merito ad esempio alla vicenda sollevata dai componenti del gruppo di minoranza "Cura e Partecipazione", a Morrovalle, con mille cittadini senza medico di base, l’Asur spiega che due medici non avrebbero accettato l’incarico per Trodica. E in tempi di Covid, la problematica è più evidente. Tra le varie incombenze burocratiche e sanitarie dei medici di medicina generale, dai tamponi ai certificati per tornare sul posto di lavoro, c’è anche quella dei certificati per l’esonero o il differimento dell’obbligo vaccinale. Il 20 dicembre, il Consiglio di Stato ha dato delle indicazioni precise, che impegnano fortemente il medico che firma l’esenzione (il quale rischia di cadere nei reati di falso ideologico e truffa allo Stato). Soltanto i certificati di esenzione alla vaccinazione fatti prima dell’agosto dell’anno scorso sono prorogati fino alla fine del mese. Per quanto riguarda gli iscritti all’ordine dei medici che risultano ancora non in regola con l’obbligo vaccinale, per ora sono circa 200 su 2.200. "Martedì prossimo, in consiglio – dice ancora Mari –, valuteremo per chi scatterà la sospensione o meno, in base alle risposte e alla documentazione inviata dai medici".