Mela rosa dei Sibillini, efficace antiossidante

Lo studio dell'Università di Camerino: "Ha le carte in regola per poter essere utilizzata per la prevenzione di malattie cardiovascolari e neurodegenerative"

Filippo Maggi

Filippo Maggi

Camerino, 9 novembre 2019 –  La mela rosa dei Monti Sibillini possiede "importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie e ha le carte in regola per poter essere utilizzata come fonte di prodotti nutraceutici per la prevenzione di malattie cardiovascolari e neurodegenerative".

Lo sostiene uno studio dell’Università di Camerino sulle proprietà salutistiche del frutto, all’interno del progetto di ricerca intitolato “I fitonutrienti della mela rosa dei monti Sibillini: aspetti fitochimici e proprietà salutistiche”, finanziato dal Bacino Imbrifero Montano del Tronto, Regione Marche e Unicam e coordinato da Filippo Maggi della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute.

La mela rosa dei Monti Sibillini è uno dei prodotti gastronomici tradizionali più importanti della Regione Marche e riconosciuto dal 2000 quale presidio Slow Food. Viene raccolta tra la fine di agosto e la fine di ottobre, ma la mela può essere consumata fino alla fine della primavera successiva.

Grazie alla collaborazione con la Baqiyatallah University of Medical Sciences di Teheran è stato possibile studiare l’effetto preventivo della mela rosa nei confronti di stress ossidativo ed infiammazione ed i risultati della ricerca sono stati pubblicati nella rivista internazionale “Food & Function” edita dalla Royal Society of Chemistry.

“I risultati del nostro studio – sottolinea il professor Maggi - dimostrano come la mela rosa dei monti Sibillini possieda importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie ed abbia tutte le carte in regola per poter essere utilizzata come fonte di prodotti nutraceutici da impiegare per la prevenzione di malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Tali risultati contribuiscono a certificare le qualità di questo antico frutto incentivandone la valorizzazione e la coltivazione nel territorio dei monti Sibillini, anche a vantaggio dell’economia del territorio stesso”.