"Meno posti all’ospedale di Macerata, non possiamo depotenziare gli altri"

L’assessore regionale Saltamartini: stiamo lavorando a una bozza di revisione del piano socio-sanitario "Il capoluogo ha il diritto di avere una nuova struttura, senza però penalizzare i presìdi nel territorio"

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di AsterioTubaldi

Non ha chiesto la Luna, il comitato recanatese "Salviamo il punto di primo intervento", avanzando la richiesta di istituire nuovi servizi sanitari per fare rinascere l’ospedale Santa Lucia: chirurgia a ciclo breve, lungodegenza, terapia del dolore, medici dedicati al punto di emergenza. Non tutte le proposte saranno immediatamente accolte, ma l’assessore regionale alla sanità, Filippo Saltamartini, fa sapere che sta lavorando proprio a una bozza di revisione del piano socio-sanitario. "Negli ultimi anni – ricorda Saltamartini –, nelle Marche sono stati chiusi 15 ospedali e altri sono stati depotenziati, come Recanati o San Severino. Contemporaneamente si è progettata l’idea di ospedali unici, come a Macerata. Per noi, però, certamente Macerata ha diritto ad avere l’ospedale nuovo, ma con meno posti letto, perché non possiamo continuare a depotenziare le altre strutture dell’Area Vasta 3, che sono preziose per la comunità. È qui che dobbiamo avere la possibilità di fare un elettrocardiogramma, una tac o anche un intervento in day hospital, non certo in ospedali di primo livello come quello di Macerata o Civitanova". "D’altra parte – sottolinea ancora l’assessore regionale Saltamartini –, anche il decreto Balduzzi, alla luce del quale sono stati chiusi alcuni punti nascita e ospedali, è in via di ridefinizione nella conferenza Stato-Regioni, in quanto non più attuale, perché non è possibile togliere al territorio dei punti importanti di riferimento sanitario. Quindi, salvo che per le patologie acute e particolarmente gravi, tutto il resto, compresa la prevenzione, deve essere fatto nell’ospedale di prossimità". Bel progetto, sicuramente, ma che trova subito uno scoglio: la carenza di personale sanitario. "Abbiamo gli infermieri – confessa Saltamartini –, ma non i medici, e dobbiamo agire per favorirne la formazione. A chi mi chiede perché siano state sospese le attività anche chirurgiche per alcune malattie tumorali, rispondo perché mancano gli anestesisti, nel senso che questi professionisti, che dovevano stare nelle sale operatorie, sono stati trasferiti nei reparti Covid-19. Per questo, salvo l’emergenza, riusciamo solo a garantire l’attività ordinaria". "Però, se la curva dei positivi continuerà a calare, come sta avvenendo da alcuni giorni, e ci sarà un lento ma progressivo abbattimento delle ospedalizzazioni – aggiunge l’assessore regionale –, verso la fine del mese potremo tornare lentamente alla normalità". Nell’agenda di Saltamartini c’è anche la necessità di intervenire sul sistema, che prevede quattro aziende ospedaliere: Marche Nord, Torrette, l’Inrca e l’Asur con cinque Aree Vaste. "Quindi – riflette ancora Saltamartini –, ci troviamo in presenza di quattro direttori generali di azienda sanitaria e cinque direttori di Area Vasta, ovvero nove dirigenti per la sanità regionale. Pensando che siamo una piccola regione, quasi un quartiere di Roma, dovremmo avere, la sanità della Svizzera".