Macerata, il Comune mette un freno ai migranti, la prefettura avvia la stretta in città

Preziotti ammette: "Percezione di insicurezza legata agli stranieri"

ACCOGLIENZA Un gruppo di stranieri all’ufficio immigrazione

ACCOGLIENZA Un gruppo di stranieri all’ufficio immigrazione

Macerata, 7 aprile 2018 - Aumentare i posti Sprar dei richiedenti asilo in modo da ridurre o eliminare l’accoglienza straordinaria in città: una manovra con cui il numero degli ospiti Sprar passerebbe dagli attuali 110 a 139 (quota di posti assegnata a Macerata) per ridurre a zero l’accoglienza straordinaria, cioè la cosiddetta prima accoglienza, che in città conta circa 200 richiedenti asilo. È quanto chiede il Comune al Ministero, attraverso una delibera di giunta, al fine di attivare la clausola di salvaguardia, che rende esenti i Comuni che appartengono alla rete Sprar dall’attivazione di ulteriori forme di accoglienza, come appunto quella temporanea del Cas (centri di accoglienza straordinaria), gestiti dalla prefettura.

La clausola si attiva nella misura in cui il numero dei posti Sprar soddisfa la quota dei posti assegnati, che per la nostra città è appunto pari a 139 migranti. Il Comitato provinciale di ordine e sicurezza pubblica, riunitosi il 19 marzo sul tema dell’accoglienza dei migranti, «preso atto dell’esistenza di criticità nella percezione di sicurezza da parte della comunità di Macerata in relazione alla presenza di stranieri migranti – scrive la prefettura, guidata da Roberta Preziotti –, ha condiviso l’opportunità di procedere a una progressiva riduzione del numero dei cittadini richiedenti protezione internazionale presenti nella città capoluogo». Una riduzione dei richiedenti asilo gestiti dalla prefettura è quindi già in corso. «Si è preso atto di quanto comunicato dal Comune capoluogo – si legge ancora nel comunicato della prefettura – circa la richiesta avanzata al Servizio centrale di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) finalizzata ad ampliare il progetto Sprar fino a concorrenza di un numero di posti pari a quello previsto dall’accordo siglato tra Anci e Ministero dell’Interno. Si è anche preso atto dell’intenzione del Comune di attivare, non appena le relative procedure di ampliamento verranno completate, la cosiddetta clausola di salvaguardia. Secondo le direttive ministeriali infatti i Comuni che abbiano raggiunto la predetta soglia numerica saranno resi esenti, con la gradualità imposta dagli aspetti di natura tecnica, organizzativa e amministrativa, da ulteriori forme di accoglienza».

Tra le premesse della richiesta di attivazione della clausola di salvaguardia, il fatto che l’accoglienza straordinaria gestita dalla prefettura «risulta essere non controllata dall’ente locale – si legge nella delibera – e sprovvista di percorsi di integrazione e inclusione sociale. In provincia i Comuni che hanno attivi progetti di accoglienza per richiedenti protezione internazionale sono 15 su 55, con una conseguente disomogeneità nella distribuzione dei migranti sul territorio».

I migranti (circa 170) che si troveranno a essere in più, una volta che la clausola sarà attivata, saranno smistati dalla prefettura negli altri Comuni della provincia, nei modi e nei tempi che saranno necessari per questa operazione. Certo è che non potranno essere buttati in mezzo alla strada da un giorno all’altro. Qualche posto libero nel Maceratese c’è, anche grazie all’ultimo bando della prefettura che ha trovato 808 posti in provincia per i profughi (la prefettura aveva chiesto disponibilità per 1.098 posti).