PAOLA PAGNANELLI
Cronaca

"Minacce e aggressioni". Condannato

Il 52enne era accusato di estorsione a un professionista per 160mila euro, ma la storia si è ridimensionata: dovrà scontare cinque mesi

di Paola Pagnanelli

Era stato accusato di estorsione, perché avrebbe costretto un geometra a dargli 160mila euro con calci e pugni, minacciandolo con mazza, coltello e pistola. Ma alla fine del processo la storia si è molto ridimensionata, e l’imputato è stato condannato a cinque mesi di reclusione per il reato meno grave di esercizio arbitrario delle proprie ragioni. I fatti erano avvenuti tra il settembre 2010 e il gennaio 2015. Roberto Lacitignola, secondo la tesi dell’accusa, avrebbe minacciato e, in alcune circostanze, anche aggredito fisicamente un geometra portorecanatese, Maryan Vannini. Una volta avrebbe brandito una mazza, un’altra avrebbe portato con sé un coltello, e ancora avrebbe usato anche una pistola per convincere l’altro a dargli la somma che pretendeva.

Il geometra, terrorizzato, sarebbe arrivato a dargli in tutto 160mila euro, subendo per quasi cinque anni le vessazioni del civitanovese. Ma all’inizio del 2015 lo aveva denunciato, cercando di mettere termine a questo tormento. Erano partite quindi delle indagini su Lacitignola, che aveva anche altri procedimenti penali pendenti, e così il 52enne era finito sotto processo con l’accusa di estorsione. Nel corso delle udienze, la procura aveva aggiunto anche l’accusa di lesioni a carico dell’imputato, per aver aggredito Vannini.

L’imputato però ha sempre respinto questa ricostruzione della vicenda. In aula aveva spiegato che nel 2010, quando gestiva uno chalet a Porto Recanati, si era rivolto al geometra per seguire alcune pratiche relative ai permessi necessari per quella attività; il portorecanatese però non solo non avrebbe fatto nulla di quanto gli era stato richiesto, ma si sarebbe anche tenuto i soldi presi dal civitanovese senza neppure mai restituirli, quando questi gli aveva contestato il fatto che non avesse svolto il compito che gli era stato affidato.

Lacitignola aveva fatto presente che anche altre persone poi, a Porto Recanati e non solo, avrebbero avuto lo stesso problema con quel professionista, ma in ogni caso lui non avrebbe mai preteso 160mila euro, e di sicuro non li avrebbe mai ricevuti dal geometra in questione. Ieri si è tenuta l’ultima udienza, in tribunale a Macerata. Alla luce di quanto emerso nel corso dell’istruttoria, il pubblico ministero Stefania Ciccioli ha chiesto l’assoluzione per l’accusa di estorsione, e la condanna a nove mesi di reclusione per il reato di lesioni.

L’avvocato difensore Simone Santoro ha ribadito quanto emerso e documentato nel corso del processo, in merito ai rapporti tra l’imputato e il portorecanetese, ribadendo che la denuncia era stata del tutto strumentale e senza fondamento. Il collegio presieduto dal giudice Daniela Bellesi ha invece riqualificato la vicenda come un esercizio abusivo delle proprie ragioni, e ha inflitto al civitanovese la pena di cinque mesi di reclusione.