Entra in casa della fidanzata con un machete, minaccia il fratello e il padre della donna e poi anche i poliziotti, armato di coltello. Non soddisfatto danneggia le porte dell’abitazione. Per tutto questp è stato arrestato un pakistano di 27 anni, residente a Civitanova. Intorno alle 21 dell’altra sera, gli agenti del commissariato di polizia sono intervenuti dopo la segnalazione di alcuni residenti in via Esine. Ad allarmarli sono stati schiamazzi e urla in strada, dove c’erano un uomo e di una donna che stavano litigando.
Negli stessi minuti è arrivata al 112 la segnalazione da parte di una ragazza che in lacrime richiedeva l’intervento della polizia poiché nelle immediate vicinanze della sua abitazione c’era il compagno della madre, armato di coltello, che stava litigando animatamente con lo zio e suo nonno: secondo quanto emerso il pakistano si sarebbe recato a casa loro per chiarire alcune questioni legate al rapporto con quella donna. Sul posto sono subito arrivati i poliziotti, che hanno individuato il pakistano, Irfan Khan. Era visibilmente alterato.
L’uomo, raggiunto nel salone della casa, al primo piano, ha cominciato subito ad insultare gli agenti: "È meglio che ve ne andate subito".
I poliziotti hanno notato la presenza sopra un mobile di un grosso machete, subito nascosto. Più volte gli agenti hanno cercato di calmarlo, ma l’uomo era una furia. Sempre più aggressivo, ad un certo punto ha tirato fuori dai jeans un coltello e lo ha puntato contro uno degli agenti, all’altezza del torace. Il poliziotto ha tirato fuori lo spray al peperoncino in dotazione ed è riuscito, solo a quel punto, ad immobilizzare il pakistano, che continuava ad urlare e minacciare gli agenti: "Non serve il coltello, vi ammazzo a mani nude", avrebbe urlato. L’uomo è stato fatto salire nell’auto di servizio, dove ha cominciato a colpire con la testa il vetro antisfondamento.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di armi, è stato arrestato per i reati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale e per il porto di strumenti atti ad offendere. Ieri si è svolta la direttissima in tribunale. Il giudice Domenico Potetti ha convalidato l’arresto. Il pakistano, difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli, ha patteggiato un anno e dieci mesi, pena sospesa. Il ventisettenne è stato rimesso in libertà. Il pm in aula era Francesca D’Arienzo.