
Tolentino: operai a venti metri di altezza, ore di trattative prima del lieto fine. Parte un bonifico da 10mila euro
Una forma di protesta, dettata dalla disperazione, per il mancato pagamento degli stipendi. Paura ieri mattina a Tolentino, in via Santini, in un cantiere post-sisma. Due operai egiziani, di 19 e 29 anni, si sono arrampicati sulla gru posizionata nell’area dei lavori, a 15-20 metri di altezza, e hanno minacciato di gettarsi nel vuoto. Prima è salito uno, intorno alle 8.45. Poi, dopo trenta minuti, è stato raggiunto anche dal collega; sono rimasti lì una lunga ora.
In base alle ricostruzioni, i due giovani, al lavoro per una ditta specializzata in isolamento termico di Reggio Emilia, avevano appena saputo dal loro titolare che non avrebbero avuto la retribuzione per i lavori effettuati negli ultimi due mesi. Il titolare, a sua volta, era in attesa di alcuni pagamenti da parte di due imprese che gli avevano affidato i lavori. La ditta in pratica opera in subappalto. I carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile e della stazione di Tolentino sono giunti subito sul posto, coordinati dal maggiore Giulia Maggi.
Dopo una prima trattativa condotta dai militari del Nucleo operativo, i due operai si sono convinti a spostarsi dalla gru alle impalcature della palazzina in ricostruzione, in condizioni di maggior sicurezza, ma hanno continuato a dire che si sarebbero buttati di sotto se qualcuno si fosse avvicinato ai ponteggi. Nel frattempo sono arrivati anche gli agenti della Polizia locale di Tolentino per transennare l’area, il 118 e i vigili del fuoco con l’attrezzatura necessaria. La gru infatti, considerando il meteo di ieri, era bagnata. E quindi pericolosa. Di sotto a guardare i ragazzi, preoccupati, anche passanti e curiosi, oltre ai vicini affacciati a finestre e balconi. La trattativa è durata circa quattro ore. È stato aperto un dialogo tra il loro responsabile, cinquantunenne egiziano, e il titolare di una delle ditte che gli avevano affidato i lavori, per trovare una soluzione e un accordo di pagamento. Grazie anche all’ausilio di personale specializzato per la negoziazione del reparto operativo del Comando provinciale di Macerata, guidato dal colonnello Massimiliano Mengasini, i due operai si sono infine convinti a scendere spontaneamente; non hanno voluto ricorrere alle cure mediche di personale sanitario del 118.
Alla fine della mattinata i due giovani, tramite mediatore, hanno ricevuto un bonifico da 10mila euro (considerando arretrati e altri dipendenti). E sono scesi. Il cantiere rimarrà chiuso finché non sarà regolarizzata la contabilità. "Mi hanno detto che in due-tre giorni la situazione si sistemerà, vediamo se è vero – ha detto il cinquantunenne in subappalto –. Aspettiamo da tre mesi. Ho cinque operai. Per ora ci hanno dato un acconto del 30 per cento".
Sul posto anche il sindaco Mauro Sclavi, che poi ha incontrato i ragazzi: "Una giornata particolare per Tolentino – ha commentato –. Ringrazio le forze dell’ordine, a partire dal maggiore Maggi e dal reparto operativo di Macerata, per come hanno risolto la situazione e per la grande capacità di negoziare. Il dissenso è stato appianato. Si è trattato di una forma di protesta, speriamo sia un caso isolato perché chi lavora deve essere pagato. La situazione si è risolta". Resta l’allerta per il rischio di emulazione.