"Mio padre ferito dalle bombe, è stato dimenticato per anni Non servono cerimonie ipocrite"

L’amarezza di Ester Scisci dopo le celebrazioni per le vittime del 1944

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"Le preghiere per mio padre e le altre persone morte o rimaste ferite durante il bombardamento di Macerata le diciamo noi, non ci serve l’ipocrisia di chi non si è mai ricordato di loro e oggi organizza celebrazioni solo per mettersi in mostra". È delusa e arrabbiata Ester Scisci, maceratese, figlia di Ubaldo Scisci (nella foto), una delle centinaia di persone rimaste ferite durante il bombardamento di Macerata del 1944, che vide sterminata gran parte della sua famiglia. In tutti questi anni a suo padre non sarebbe mai stato riconosciuto nulla né dalla precedente amministrazione comunale, né dall’associazione nazionale "Vittime civili di guerra".

"Il 3 aprile del 1944 era Pasquetta e la famiglia di mio padre si era nascosta in via della Nana per cercare di salvarsi – racconta Scisci – ma, purtroppo, una bomba venne gettata proprio in quella zona. Mio padre Ubaldo, che all’epoca aveva solo 13 anni, si salvò per miracolo perché venne sbalzato a molti metri di distanza, ma i suoi tre fratelli, le due sorelle, la mamma e la nonna purtroppo non riuscirono a salvarsi. Da quel momento, per tutta la sua esistenza, ha sempre vissuto con lo spettro della morte, aveva incubi di continuo e sempre davanti agli occhi l’immagine dei suoi cari, senza vita, uno accanto all’altro. Per lui fu uno choc incredibile, uno strazio che ha portato sempre con sé. Lo ricordo spesso quando piangeva per questo". Nonostante il grande dolore, Ubaldo Scisci si è rimboccato le maniche, negli anni ha aperto un negozio di biancheria e si è costruito una famiglia con l’amata moglie Marisa. Tutto solo contando sulle sue forze. "Mio padre è stato un grande lavoratore, un uomo e un padre eccezionale, di una grande bontà – ricorda ancora la figlia Ester –. Spesso si è rivolto all’ufficio "Vittime civili di guerra" e alla sua presidente, ma ogni volta gli è stato risposto che non gli spettava nulla, né a titolo di risarcimento, né come orfano di guerra. Adesso, però, si dicono le messe di suffragio per le vittime e i feriti del bombardamento solo per ipocrisia e per mettersi in mostra. Non sono arrabbiata con l’attuale amministrazione, ma voglio far sapere la verità per rispetto di mio padre (morto nel 2004, ndr). Glielo devo". Ester Scisci non ha partecipato alla messa che si è tenuta il 3 aprile scorso, preferendo ricordare i suoi cari personalmente, con una preghiera e la visita al cimitero dove è sepolta gran parte della sua famiglia.

Chiara Sentimenti