Fermo, la morte di Mithun. "Ucciso dopo un incontro gay"

L'ultima ipotesi: non si tolse la vita. Cancellati i messaggi del ragazzo trovato impiccato

Mithun Rossetti, 26 anni, residente a Treia

Mithun Rossetti, 26 anni, residente a Treia

Fermo, 9 maggio 2018 - Potrebbe essere stato ucciso dopo un incontro al buio maturato tra le conoscenze delle chat per omosessuali. E’ questa la nuova inquietante ipotesi sulla misteriosa morte di Mithun Rossetti, lo studente universitario 26enne di Treia, trovato impiccato in una villa di Porto Sant’Elpidio il 7 agosto del 2016. Da quando nel settembre scorso il gip del tribunale di Fermo ha respinto la richiesta di archiviazione della Procura e ordinato nuove indagini, sono emersi particolari troppo importanti per continuare ad affermare che il ragazzo si sia suicidato. Mithun quella sera era stato invitato da qualcuno ad una festa gay in un locale sulla spiaggia di Porto Sant’Elpidio, ma questo qualcuno ha cancellato ogni traccia dei messaggi lasciati allo studente sul suo telefonino.

Marco Calonzi, il consulente tecnico nominato dai legali della famiglia, gli avvocati Federico Valori e Rossano Romagnoli, è riuscito a scoprire il nickname del fantomatico uomo che potrebbe aver incontrato Mithun per poi ucciderlo: è «Bibibum». La perizia ha appurato che le conversazioni tra Bibibum e Mithun sono state cancellate dal telefonino dello studente dopo il 14 agosto 2016. «La presenza di tale identità sul dispositivo di Mithun – spiega l’avvocato Valori – è un elemento di interesse assoluto in quando l’operazione indica l’utilizzo del telefonino da parte di una terza persona, attualmente ignota, in possesso del cellulare del ragazzo giorni dopo la sua morte». Il consulente tecnico ha invece rinvenuti intatti i contatti con un uomo di cui si conosce nome e cognome. E se Bibibum ha cancellato le sue conversazioni e lasciato le altre, ha voluto forse sviare le indagini per indirizzarle su una pista sbagliata? 

C’è un ulteriore elemento che merita ulteriori approfondimenti investigativi: nel cellulare del ragazzo sono presenti sette foto realizzate il 7 agosto 2016 tra le 2,49 e le 4,50, ovvero in un orario prossimo al decesso. Tali immagini però non risultano accessibili. A confermare i contatti con chat per omosessuali da parte dello studente, c’è un testimone attendibile. L’uomo si è presentato spontaneamente ai carabinieri per raccontare di aver visto la presenza di Mithun sulla chat di incontri Gay Romeo, dove in tempo reale vengono localizzate persona disponibili che si trovano nelle vicinanze.    Dunque quella sera il ragazzo doveva incontrare qualcuno e lo conferma anche un’altra testimone chiave, una ragazza che si trovava alla festa, che ha parlato con lo studente e che lo ha visto chattare dal telefonino. Di queste conversazioni online però non c’è più traccia sul dispositivo. Eppure doveva essere una serata tranquilla quando alle 22 del 6 agosto 2016, Mithun era uscito di casa, dicendo ai familiari che sarebbe andato a ballare con l’auto del padre. Poi quel vuoto fino alle 4,30 del 7 agosto, quando l’auto su cui viaggiava il ragazzo era stata trovata abbandonata sul ciglio della Statale Adriatica, a Porto Sant’Elpidio. Intorno alle 5,30 del mattino Mithun aveva suonato alla porta di un’abitazione poco distante per chiedere aiuto: era completamente nudo e al padrone di casa aveva detto di essere stato violentato e derubato. L’uomo gli aveva dato un paio di pantaloni per rivestirsi e il ragazzo se n’era andato. Intorno alle 17 il corpo senza vita di Mithun era stato trovato, appeso ad una trave della dependance di una villa di Porto Sant’Elpidio, impiccato con un filo elettrico.