Morti in casa a Macerata, le autopsie non rivelano segni di violenza

La fine dei Canullo resta un giallo. Attesa per gli esiti delle analisi di laboratorio: serviranno novanta giorni per conoscere la causa dei decessi

Famiglia morta in casa, l’assistente capo della polizia Romagnoli con il medico legale (

Famiglia morta in casa, l’assistente capo della polizia Romagnoli con il medico legale (

Macerata, 9 settembre 2021 - Ci vorranno 90 giorni per conoscere le cause della morte di Eros Canullo, 80 anni, della moglie Angela Maria Moretti, 77, e del figlio Alessandro, 54, trovati senza vita lunedì mattina nella loro villa di borgo Santa Croce. Ieri alle 9, su incarico del sostituto procuratore Stefania Ciccioli che indaga sull’accaduto, il medico legale Roberto Scendoni e il professor Rino Froldi, docente di tossicologia forense all’università di Macerata, hanno effettuato l’autopsia dei corpi, che si è conclusa alle 15. Sebbene i tre fossero in condizioni molto compromesse – visto che la morte si presume sia avvenuta almeno due mesi fa – i consulenti della procura hanno escluso, dall’analisi superficiale, che ci siano lesioni o segni di traumi.

A questo punto le risposte su cosa li abbia uccisi, tutti e tre, arriveranno solo dalle analisi di laboratorio. Medico legale e tossicologo hanno prelevato i campioni di alcuni tessuti, e quelli ora dovranno provare a dire cosa sia accaduto. Si potranno cercare tracce di monossido di carbonio, di farmaci, di sostanze tossiche. Nulla al momento viene escluso, anche alla luce di una serie di indicatori esterni.

Alessandro Canullo aveva avuto un brutto incidente anni fa: lungo la Regina era stato investito, era rimasto a lungo in coma e si era ripreso con gravi difficoltà di movimento; aveva smesso di studiare e la sua vita si era come bloccata. La madre, logopedista all’Anffas, era in pensione da 15 anni, e un anno fa aveva avuto un ictus che l’aveva costretta a letto. Il padre, ex imprenditore, aveva chiuso con l’attività avviata da suo padre a Santa Croce, la fonderia, e si era dedicato sempre di più al figlio. Nell’ultimo anno, era rimasto solo lui a occuparsi di tutto, del figlio e della moglie, della casa, di qualsiasi cosa. Non aveva mai chiesto aiuto, se non nei casi in cui Alessandro, a causa delle sue difficoltà di movimento, cadeva e doveva essere soccorso. Sempre più, i tre si erano chiusi nella villa protetta dagli alberi.

Un conoscente, preoccupato, aveva segnalato il caso all’assessore D’Alessandro, ma la segnalazione formale non sembra aver avuto seguito. Alessandro fino a giugno era stato ancora visto in giro, e come sempre si era fermato a chiacchierare con gli amici che incontrava dei tempi vissuti insieme. Poi, il buio. Il 5 agosto, i carabinieri erano andati a controllare dove fosse la famiglia: l’agenzia immobiliare incaricata di vendere la villa non riusciva più a contattarli al telefono fisso, l’unico in casa. Ma i titolari della pizzeria vicina avevano spiegato che probabilmente erano al mare, come ogni estate.

La famiglia a quanto sembra non aveva problemi economici, eppure la villa, all’arrivo dei soccorritori, è apparsa subito molto trascurata, nel giardino e ancora di più all’interno, con condizioni di igiene molto opinabili. Anche la pulizia del resto era sulle spalle del solo Eros Canullo, che neppure in questo aveva voluto aiuti. La Squadra mobile, che indaga sull’accaduto, sta controllando anche la documentazione medica trovata in casa, alla ricerca di altri indizi che possano fornire qualche elemento in più per chiarire i fatti. Ma molto importanti saranno i risultati dell’autopsia.