Morto Fanuli, giudice instancabile e scrupoloso

Presidente del tribunale di Pesaro, era stato sostituto procuratore a Macerata. Molte sue sentenze e interpretazioni della legge hanno fatto scuola

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Sorpresa e profondo cordoglio, ieri mattina, per la morte improvvisa del presidente del tribunale di Pesaro, Giuseppe Luigi Fanuli, in passato sostituto procuratore a Macerata. Originario di Tortona ma marchigiano di adozione, aveva 65 anni. È stato trovato senza vita, nell’appartamento in via Giordano Bruno, in centro a Pesaro, da allcuni colleghi, che si erano allarmati non vedendolo arrivare nel suo ufficio. Sul posto è stata chiamata la polizia, per i rilievi di rito. Nei giorni scorsi Fanuli aveva lamentato uno stato di forte debolezza, ma nessuno ha potuto immaginare la gravità della situazione. Dopo la laurea in giurisprudenza a Perugia, dal 1985 era stato pretore a Sant’Elpidio a Mare, con la reggenza anche di Civitanova, poi era divenuto sostituto procuratore a Fermo e quindi a Macerata, fino al 1999, dove fu anche reggente dell’ufficio e dove diresse numerose e delicate indagini. Nel 1999 divenne giudice a Fermo, dove ha lavorato fino al 2007, quando si è trasferito come consigliere alla corte d’appello civile di Ancona. Sia a Fermo che ad Ancona, aveva ottenuto risultati straordinari in termini di efficienza, portando quei tribunali ai vertici delle classifiche nazionali. Nel 2012 era diventato presidente della sezione penale della corte d’appello di Ancona, e nel 2017 presidente del tribunale di Pesaro. Magistrato preparatissimo e brillante, autore di numerose pubblicazioni in diritto penale, era considerato un giurista di altissimo livello: sei questioni di legittimità sollevate da lui sono state accolte dalla Corte costituzionale. Le sue sentenze erano pubblicate, citate, su alcune interpretazioni ha fatto letteralmente scuola. Studioso instancabile, nel corso degli anni aveva preso altre tre lauree, in sociologia, scienze politiche e scienze religiose. La notizia della sua scomparsa ha addolorato i colleghi e gli avvocati delle Marche e non solo. "Per noi resta il grande rimpianto di non aver fatto in tempo a invitarlo a Macerata – lo ricorda l’avvocato Jacopo Allegri, presidente della Camera penale -. Era schivo con le lezioni o gli incontri, ma ci tenevamo a invitarlo perché era un grandissimo giurista, e una persona di una simpatia prorompente. Ed era capace anche di creatività: era sua la regola secondo cui nei processi per reati procedibili a querela, se il querelante non si presenta alla prima udienza, si chiude tutto, un principio adottato poi ovunque". Il Coordinamento delle Camere penali marchigiane, nell’esprimere "intenso e sconcertato cordoglio", ha ricordato Fanuli come magistrato "di rara profondità intellettuale, di caratura tecnica eccelsa e di una altrettanto unica, umana e concreta attenzione alla comprensione delle vicende delle parti processuali.

Paola Pagnanelli