Corridonia, trovato morto in camera. "Stroncato da overdose"

Tragedia alla comunità di recupero, la vittima è Ivan Leoni un 53enne di Tolentino

La Pars in località Gabbi a Corridonia, dove è stato trovato il corpo senza vita

La Pars in località Gabbi a Corridonia, dove è stato trovato il corpo senza vita

Corridonia (Macerata), 22 novembre 2017 - Tragedia alla comunità Pars di Corridonia. Ieri alle 8.15 un uomo, Ivan Leone, 53enne nato a Tolentino ma residente a Montecosaro, è stato trovato senza vita nel suo alloggio all’interno della comunità in località Gabbi.

Quando si sono accorti dell’accaduto, gli operatori hanno chiamato il 118, ma purtroppo ormai per l’uomo non c’era più niente da fare. I medici hanno potuto solo constatare il decesso che, da quanto si è appreso, risalirebbe alla serata di lunedì. Per i rilievi, sono intervenuti i carabinieri di Corridonia e Monte San Giusto. Dai primi accertamenti hanno stabilito che il ragazzo non aveva segni di colluttazione o ferite: la causa più probabile della morte è l’overdose. Vicino al corpo, sono stati trovati una siringa e tracce di stupefacenti. Da una prima ricostruzione, l’uomo si sarebbe procurato la droga da solo al di fuori della struttura.

Il dramma ha sconvolto la comunità: dopo diversi anni di tossicodipendenza, il montecosarese era alla fine de suo percorso terapeutico. La salma è stata messa a disposizione del sostituto procuratore di Macerata Margherita Brunelli, per gli accertamenti del caso.

La direzione della Pars e l’intera comunità esprimono le più sentite condoglianze alla famiglia. «La direzione conferma la notizia dell’avvenuto decesso all’interno della struttura Pars, le cui cause sono in corso di accertamento – dichiarano i responsabili della struttura terapeutica –. Presumibilmente, ma lasciamo all’autorità giudiziaria di accertare l’accaduto, la morte è avvenuta per overdose di sostanze tossiche che il defunto si era procurato al di fuori della struttura in occasione delle uscite all’esterno. Infatti godeva di libertà di movimento, in quanto prossimo alla fine del percorso terapeutico, per cui poteva uscire per verificarsi in attività esterne. Dai controlli interni alla Comunità, effettuati dalla direzione, tutte le procedure e i protocolli previsti per la tutela della salute degli ospiti sono state rispettate, compresa la libertà di movimento prevista per chi si trova alla fine del programma di riabilitazione. Il fatto ha creato sconcerto e sconforto nella comunità. Attendiamo l’esito delle indagini ed esprimiamo nuovamente le più sentite condoglianze alla famiglia». Sulla vicenda ora indagano i carabinieri.