di Paola Pagnanelli Sono passati due anni da quando il 23enne Leonardo Barone rimase vittima di un infortunio fatale. A settembre si terrà l’udienza preliminare per i due imprenditori accusati di omicidio colposo. Barone, originario di Napoli, residente a Recanati con la moglie e i figli, da dieci giorni era stato assunto con l’apprendistato dalla ditta Linea Service di Tolentino. Il 7 luglio del 2020, con i colleghi partì per Montefelcino, in provincia di Pesaro, per smontare una tensostruttura nella ex ditta Grossi Lamiere International, fallita e in via di smantellamento. Ma durante i lavori, intorno alle 6.30 di mattina, una grossa capriata in ferro cadde colpendolo alla testa. Il ragazzo fu portato prima a Torrette e poi al Santo Stefano di Potenza Picena, ma non si riprese mai dal coma e il 7 novembre, quattro mesi dopo l’infortunio, il suo cuore smise di battere. In base a quanto ricostruito dalle indagini, quella mattina nel cantiere erano a lavoro due aziende: la Andreozzi di Mogliano, committente dei lavori, e la Linea Service. Secondo la procura, ci sarebbero state alcune violazioni alle norme in materia di tutela dei lavoratori. Per quanto riguarda la Linea Service, sarebbe mancato il piano operativo della sicurezza con l’indicazione delle procedure corrette di smontaggio della tensostruttura, non sarebbero state prescritte misure appropriate affinché solo i lavoratori qualificati e formati specificamente andassero nelle zone a rischio, e non sarebbe stato imposto l’utilizzo dei dispositivi di protezione. Per la ditta committente, invece, sarebbe mancata la nomina di un coordinatore per l’esecuzione dei lavori di smontaggio della tensostruttura. Il mancato rispetto di queste norme avrebbe fatto sì che si verificasse l’infortunio, costato la vita al 23enne. Per questo i due legali rappresentanti delle ditte, Stefano Francesconi, di Potenza Picena, e Sara Andreozzi, di Mogliano, sono stati accusati di omicidio colposo. Il giudice per le indagini preliminari di Pesaro ha fissato al 21 settembre l’udienza, nella quale si deciderà se archiviare le accuse o processare i due imputati, che potranno anche chiedere riti alternativi. Sono difesi dagli avvocati Gabriele Cofanelli, Luca Pascucci e Martina Mogetta. In udienza potranno costituirsi parti civili i genitori, il fratello e la sorella e la compagna di Barone, che sono assistiti dagli avvocati Fabrizio Giustozzi, Olindo Dionisi e Calogero Tagliuto. "Noi lavoravamo insieme – ricorda Gianluigi Barone, il fratello di Leonardo –, solo quel giorno non ero andato con lui. Alle 7 di mattina ci hanno chiamato, ci hanno detto che Leonardo era in coma. E da allora non si è più svegliato".