Cinzia Anibaldi dell’omonima azienda agricola di San Severino

di Lucia Gentili Il caldo ha ridotto e anticipato la raccolta, ma la qualità dell’olio sarà buona. Quest’anno i produttori locali hanno dovuto fare i conti con la siccità, i rincari (non solo sull’energia e sui carburanti, ma anche su bottiglie di vetro, lattine, tappi ed etichette) e pure con l’attacco della mosca olearia. Ma l’oro verde resta tale. E Coldiretti Macerata raccomanda di fare attenzione all’etichetta, consigliando di comprare direttamente dai produttori olivicoli e nei frantoi del territorio, sia per una maggiore sicurezza che per sostenere dal punto di vista economico e occupazionale la filiera.  "Rispetto al 2021, la produzione è un po’ scesa – spiega Cinzia Anibaldi, dell’azienda agricola omonima a San Severino – ma la resa è alta; su 100 chili (un quintale) di olive la resa è di 13-14 chili di olio, in confronto alla media di 11-12 chili. La produzione è a macchia di leopardo e registriamo una certa scarsità di orbetana, la varietà autoctono più conosciuta. Le alte temperature dei mesi scorsi, infatti, e il troppo calore hanno compromesso l’allegagione, ovvero il passaggio dallo stato di fiore a quello di frutto (bruciando il fiore, che non è passato a frutto). Poi c’è stato il periodo della cascola (la caduta dei frutti della pianta, le olive) e l’attacco della mosca, un parassita. Noi, grazie ai trattamenti in biologico, abbiamo potuto preservare l’integrità delle olive; dietro c’è una grande cura perché ogni volta che piove (e a settembre è piovuto) bisogna ritrattare le piante. Per salvaguardare il prodotto dalla mosca è stato necessario anticipare la raccolta di una settimanadieci giorni. Il consiglio per i consumatori è quello di rivolgersi ai professionisti, per avere una maggiore qualità, privilegiare il made in Marche e il chilometro zero (recandosi sul posto è possibile assaggiare l’olio prima di acquistarlo e riconoscerne le caratteristiche positive)". L’imprenditrice agricola passa quindi al fronte rincari. "Sono aumentati i costi dei trattamenti – continua – (da 25 a 28 euro a bottiglia) e della corrente, quelli delle lattine sono raddoppiati e del vetro triplicati. Ma cerchiamo di tenere botta. Siamo stati costretti a ritoccare un minimo i prezzi, senza pesare troppo sui clienti (se avessimo voluto coprire gli aumenti avrebbe dovuto mettere 5-6 euro in più a litro, invece abbiamo fatto +1,50 euro) e garantendo un prodotto sano".  Resta un’altra criticità: la difficoltà di reperire manodopera per la raccolta. "Così quest’anno ci siamo organizzati con la raccolta meccanizzata – conclude -. Abbiamo deciso di fare un investimento (per circa 15mila euro) acquistando una macchina apposita. In questo modo abbattiamo i tempi e limitiamo il problema del reperimento di personale".

Cronaca

di Lucia Gentili
Il caldo ha ridotto e anticipato la raccolta, ma la qualità dell’olio sarà buona. Quest’anno i produttori locali hanno dovuto fare i conti con la siccità, i rincari (non solo sull’energia e sui carburanti, ma anche su bottiglie di vetro, lattine, tappi ed etichette) e pure con l’attacco della mosca olearia. Ma l’oro verde resta tale. E Coldiretti Macerata raccomanda di fare attenzione all’etichetta, consigliando di comprare direttamente dai produttori olivicoli e nei frantoi del territorio, sia per una maggiore sicurezza che per sostenere dal punto di vista economico e occupazionale la filiera. 
"Rispetto al 2021, la produzione è un po’ scesa – spiega Cinzia Anibaldi, dell’azienda agricola omonima a San Severino – ma la resa è alta; su 100 chili (un quintale) di olive la resa è di 13-14 chili di olio, in confronto alla media di 11-12 chili. La produzione è a macchia di leopardo e registriamo una certa scarsità di orbetana, la varietà autoctono più conosciuta. Le alte temperature dei mesi scorsi, infatti, e il troppo calore hanno compromesso l’allegagione, ovvero il passaggio dallo stato di fiore a quello di frutto (bruciando il fiore, che non è passato a frutto). Poi c’è stato il periodo della cascola (la caduta dei frutti della pianta, le olive) e l’attacco della mosca, un parassita. Noi, grazie ai trattamenti in biologico, abbiamo potuto preservare l’integrità delle olive; dietro c’è una grande cura perché ogni volta che piove (e a settembre è piovuto) bisogna ritrattare le piante. Per salvaguardare il prodotto dalla mosca è stato necessario anticipare la raccolta di una settimanadieci giorni. Il consiglio per i consumatori è quello di rivolgersi ai professionisti, per avere una maggiore qualità, privilegiare il made in Marche e il chilometro zero (recandosi sul posto è possibile assaggiare l’olio prima di acquistarlo e riconoscerne le caratteristiche positive)". L’imprenditrice agricola passa quindi al fronte rincari. "Sono aumentati i costi dei trattamenti – continua – (da 25 a 28 euro a bottiglia) e della corrente, quelli delle lattine sono raddoppiati e del vetro triplicati. Ma cerchiamo di tenere botta. Siamo stati costretti a ritoccare un minimo i prezzi, senza pesare troppo sui clienti (se avessimo voluto coprire gli aumenti avrebbe dovuto mettere 5-6 euro in più a litro, invece abbiamo fatto +1,50 euro) e garantendo un prodotto sano".
 Resta un’altra criticità: la difficoltà di reperire manodopera per la raccolta. "Così quest’anno ci siamo organizzati con la raccolta meccanizzata – conclude -. Abbiamo deciso di fare un investimento (per circa 15mila euro) acquistando una macchina apposita. In questo modo abbattiamo i tempi e limitiamo il problema del reperimento di personale".

Mosca dispettosa, ma olio di qualità  "Acquistate dai produttori locali"    

UOMO A PROCESSO



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