Moscardelli chiude Overtime "Io idolo della Rete? È nato tutto per caso, poi sono stato al gioco"

L’ex calciatore in piazza della Libertà: "La barba?. È un passatempo anti stress"

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"Non so spiegarmi nemmeno io perché sia stato un idolo della Rete, forse è piaciuta la mia naturalezza. Comunque, tutto è nato per caso e poi sono stato al gioco". L’ex calciatore Davide Moscardelli, 42 anni, riconoscibilissimo per la barba arrogante e per il sinistro delizioso, è l’ultimo ospite di Overtime: l’incontro è alle 18.30 in piazza della Libertà dove ci saranno anche il giornalista Andrea Capretti e lo scrittore Luca Leone. In carriera Moscardelli ha giocato in Eccellenza (Maccarese), in C2 (Sangiovannese), in B (Triestina, Rimini, Cesena, Piacenza, Pisa), in A (Chievo e Bologna) e in C (Lecce, Arezzo, Pisa).

Moscardelli, lei ha debuttato in A a 30 anni: il calcio le ha insegnato la perseveranza e la pazienza?

"Sì, però giocavo perché mi piaceva ciò che facevo, era un privilegio. Non ho mai fatto caso alle categorie tanto da essere sceso in campo fino a 40 anni. Certo, il pensiero e le aspettative erano quelle di militare in A, poi è arrivata l’occasione".

Pensa di essere stato, perlomeno fino a un certo momento, un incompreso nel calcio?

"Forse un po’ sì, però ognuno alla fine ha quello che si merita. Sono comunque contento della carriera, magari sarebbe stato meglio arrivarci prima in A".

Qual è il suo gol che non può dimenticare?

"Il primo in A, giocavo con il Chievo e l’ho segnato al Catania".

La folta barba è una sua caratteristica, quanto tempo ci mette per curarla?

"Parecchio tempo: shampoo, olio, la asciugo, la liscio. È un passatempo anti stress".

Richiede tempo e cure, l’aspettavano tranquillamente i compagni al termine degli allenamenti e delle partite?

"Per forza, la macchina era la mia. Nelle partite non avevano scelta, si viaggiava tutti insieme in pullman e io onestamente me la prendevo comoda. Poi se facevo anche gol tutto mi era permesso".

Cosa le manca di più del calcio?

"L’avvicinarsi della gara, ciò che c’è prima e dopo la partita, vivere lo spogliatoio assieme agli altri, in effetti è ciò che ho fatto per una vita. Invece non sento la mancanza degli allenamenti".

Tanti ex calciatori hanno scritto un libro: lei ci ha mai pensato?

"Sì, così sarà il primo libro che leggerò. Scherzo, ne ho letti diversi sugli sportivi, mi sono piaciuti quelli su Agassi, Beckam, Tony Adams, Totti perché c’è di mezzo la fede giallorossa. Il libro su di me? Verrebbe fuori un libriccino".

Lorenzo Monachesi