Civitanova, 13 dicembre 2023 – Aveva venduto un cuccioletto di barboncino prima del tempo di svezzamento e assicurando che era vaccinato anche se non lo era, e per questo il piccolo era morto dieci giorni dopo che il nuovo proprietario lo aveva portato a casa. Per questo un allevatore di Acquaviva Picena, Manuel Carosi, è stato condannato a sei mesi di reclusione e 300 euro di multa. Assolto invece un veterinario ascolano.
Il fatto era successo nell’agosto del 2018. Un maceratese aveva trovato su un sito di commercio online l’annuncio per la vendita di alcuni cuccioli di barboncino toy. I cuccioli erano indicati come vaccinati, sverminati e visitati dal veterinario. Il maceratese aveva contattato Carosi, si erano incontrati a Civitanova e dopo aver visto uno dei cuccioli era stato concordato l’acquisto, per 450 euro. Con il cane, all’acquirente venne consegnato anche il libretto vaccinale firmato da un veterinario, che avrebbe attestato tutte le terapie somministrate all’animale. Pochi giorni dopo però il barboncino aveva iniziato a star mare, il padrone aveva contattato Carosi e questi lo aveva rassicurato sulla vaccinazione contro la parvovirosi.
Invece dopo un paio di giorni il barboncino era morto, a causa di quella malattia. Era stato accertato in seguito che il cucciolo non aveva avuto alcuna vaccinazione, e che era anche troppo piccolo per essere staccato dalla madre. Così Carosi era stato accusato di truffa dal maceratese, molto dispiaciuto per la morte del cucciolo e per il modo in cui era stato trattato dal venditore. Ieri mattina per lui si è chiuso il processo, in tribunale a Macerata.
Come chiesto dal pm Raffaela Zuccarini, il giudice Andrea Belli ha condannato l’imputato alla pena di sei mesi di reclusione e 300 euro di multa, con la sospensione condizionale della pena. Carosi dovrà anche risarcire con mille euro il maceratese, che si era costituito parte civile con l’avvocato Andrea Tonnarelli. L’imputato però potrà fare Appello contro la sentenza. Nella vicenda era stato coinvolto anche il veterinario ascolano Sergio Giachini, accusato anche lui di truffa, Ieri però ieri in tribunale il professionista ha disconosciuto la firma riportata sul libretto vaccinale consegnato al maceratese: lui di quel barboncino non sapeva niente, non lo aveva vaccinato, non aveva firmato quel libretto e non aveva avuto alcun ruolo in tutta la storia. Per questo è stato assolto con la formula più ampia.