Treia, muore giovane mamma. Aveva tre figlie

Addio a Federica Branchesi, moglie dell’ex consigliere comunale Michele Palazzesi

Federica Branchesi, 44 anni

Federica Branchesi, 44 anni

Treia (Macerata), 5 gennaio 2018 - Addio a Federica Branchesi, mamma 44enne di tre figlie, moglie dell’ex consigliere comunale Michele Palazzesi e parrucchiera molto conosciuta e stimata a Treia. Un male incurabile l’ha portata via dall’affetto dei suoi cari. Il funerale si svolgerà domani alle 11 nella chiesa della Natività a Passo di Treia.

Il marito ha scritto un lungo e commovente messaggio sulla sua pagina Facebook: «Te ne sei andata in un giorno d’inverno freddo e grigio, tu che amavi il sole e il mare. La battaglia è finita. Abbiamo perso e intorno a noi solo macerie. Hai lottato in silenzio, con immensa dignità. Io impotente al tuo fianco». Palazzesi racconta di un dolore a cui non può esserci rimedio, e il momento in cui ha dovuto dire alle bambine che la loro mamma non ce l’avrebbe fatta. E poi i perché, e i tanti quesiti a cui è difficile dare risposta: «Le bambine mi hanno detto che il Signore nel suo giardino coglie i fiori più belli. Hanno anche aggiunto: “Come saremmo stati senza questa esperienza?”. Certo, ne avremmo fatto volentieri a meno, ma ci ha aperto gli occhi sulle cose importanti della vita. Già, la vita. Nella nostra – scrive – c’è un prima e un dopo e ci ha traditi sul più bello: da dove potremmo mai ripartire? Ripenso ai nostri viaggi, alle tue fotografie: amavi tanto la fotografia e avevi un talento innato. Amavi i pittori impressionisti: quante mostre e quanti musei abbiamo visitato insieme. Amavi i fiori: tu e le tue orchidee. Amavi i gatti, la natura, le albe e i tramonti, che puntualmente immortalavi. Divoravi i libri».

Poi il ricordo del loro primo incontro, una sera di primavera: «Ricordo ancora il tuo viso innocente al nostro primo appuntamento. Da allora non ci siamo più lasciati. Non amavi il tuo lavoro perché ti aveva rubato l’adolescenza: sei sempre stata in credito con la vita. Amavi profondamente le tue figlie – aggiunge – sempre ostinata a dare loro tutto ciò che non hai potuto avere. In questi tuoi ultimi giorni il tuo più grande rammarico era non aver dato loro abbastanza: fidati hai dato loro tantissimo. Non finirò mai di ringraziarti per avermi sopportato. Mi scrivevi delle lettere bellissime. La tua sensibilità, incapace di far del male a qualcuno ma ferita spesso dal cinismo gratuito delle persone».