Nascondeva pelli di animali protetti "Potevano fruttare oltre un milione"

Blitz di Finanza e carabinieri forestali in una società di Morrovalle. Requisiti 260 chili di materiale. Imprenditore denunciato: rischia l’arresto, un’ammenda fino a 200mila euro e la sospensione della licenza.

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di Paola Pagnanelli

Oltre 260 chili di pelli di pitone, di varano, di pesce arapaima gigas e persino di tartaruga marina: è quello che hanno scoperto Guardia di finanza e carabinieri forestali del Nucleo Cites nel deposito della ditta Ivan Pelli a Morrovalle. Il titolare, un cinese, riceverà una maxi multa e una denuncia alla procura, per aver trafficato in prodotti tutelati. Dalla vendita di quei pellami preziosi, avrebbe potuto ricavare oltre un milione di euro. La società opera nel settore del commercio all’ingrosso di pelli grezze e semilavorate.

Nel corso di un controllo finalizzato all’acquisizione di documenti fiscali nella sede della società, una pattuglia della Compagnia della Guardia di finanza di Civitanova, diretta dal capitano Tiziano Padua, facendo una ricognizione dei locali ha trovato, stipati nell’angolo di una stanza utilizzata come deposito provvisorio, numerosi scatoloni contenti pelli di vario colore e tipo. Mentre nel resto dei magazzini, in un’area di oltre mille metri quadrati, tutta la merce stoccata era esposta alla vista, quegli scatoloni erano gli unici a essere chiusi, e dunque il contenuto non era visibile. Questo ha insospettito i finanzieri, che hanno deciso di approfondire il controllo. Hanno così scoperto che nelle scatole erano nascoste pelli di animali appartenenti a specie protette dalla Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione (Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora), denominata in sigla Cites. La convenzione regola il commercio e l’esportazione delle pelli di animali a rischio di estinzione, e richiede una serie di documenti e certificati per garantire la liceità della provenienza e della detenzione di questi prodotti. Ma quegli scatoloni non avevano alcun documento.

Così, dopo aver coinvolto i Nuclei Cites dei carabinieri di Ancona e Fermo, specializzati nei controlli sul rispetto della convenzione internazionale, sono stati messi sotto sequestro 262 chili di pelli risultate di vari animali protetti: pitone, varano, arapaima gigas (una delle più grandi specie di pesce d’acqua dolce al mondo) e infine tartaruga marina (di quest’ultima, particolarmente tutelata perché in forte rischio di estinzione, sono stati rinvenuti oltre 32 chili di pellame preso dalle zampe). Il titolare dell’attività commerciale, un cinese, è stato denunciato per la violazione della norma su questo genere di prodotti.

Oltre all’arresto da sei mesi a due anni, rischia l’ammenda fino a 200mila euro e la sospensione della licenza da un minimo di sei mesi a un massimo di due anni in caso di condanna. Il commerciante ha ricevuto anche una sanzione amministrativa di 10mila euro, in quanto non aveva alcun registro di detenzione degli esemplari di specie animali e vegetali tutelate. Naturalmente, ora la posizione dell’imprenditore verrà approfondita anche dal punto di vista fiscale dalla Guardia di finanza.