"Natalità, Mussolini meglio di noi" Bufera su Anna Menghi: "Si dimetta"

La consigliera regionale della Lega elogia il fascismo: si impegnò in difesa della maternità e dell’infanzia. Morani (Pd): "Uscita vergognosa, questa signora dimentica che il regime mandava i bambini nei lager"

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"Che ci piaccia o meno, sul tema della natalità il regime di Mussolini fece meglio di noi oggi". A mettere queste parole nero su bianco, sulla sua pagina Facebook, è stata Anna Menghi, consigliera regionale della Lega. Dopo settimane incandescenti sul tema dell’aborto e della denatalità, il post nostalgico dell’ex sindaco di Macerata ha riacceso la miccia, innescando un’altra bufera. La prima a insorgere è stata la deputata del Pd Alessia Morani, che ha invocato le dimissioni della consigliera regionale. Si dice "allibito e indignato" Romano Carancini, secondo il quale "non è possibile restare in silenzio".

L’uscita della Menghi – che per la verità risale a giovedì scorso e ieri è stata rimossa – segue di poche settimane quella dell’anconetano Carlo Ciccioli (Fratelli d’Italia) che nel corso di un dibattito sull’aborto in consiglio regionale si era spinto a parlare di un processo di "sostituzione etnica", scatenando mille polemiche. Affrontando il tema della denatalità, la Menghi scrive che "l’ultimo incremento demografico risale agli anni Venti, quando l’allora capo del governo Benito Mussolini ebbe l’intuizione di creare in ogni Comune un consultorio materno e un ambulatorio ostetrico, per ridurre il rischio di morti infantili. A tutela di madri e figli in difficoltà fu istituita l’Opera nazionale per la maternità e l’infanzia, che ebbe fortuna anche nel dopoguerra".

"Questa signora – insorge la Morani – esalta Mussolini perché secondo lei fu l’ultimo a fare politiche per la natalità. Niente di più falso. Dimentica che Mussolini mandava i bambini nei campi di sterminio per essere gassati. Nessuno ne ha chiesto le dimissioni dopo questa uscita vergognosa?". Rincara la dose Carancini, consigliere regionale del Partito democratico. "Se non fosse una persona che conosco da decenni e di cui conosco la storia personale – ragiona l’ex primo cittadino di Macerata –, se non fosse stata una sindaca della città in cui vivo, se non fosse una collega con la quale mi sono confrontato per 20 anni su posizioni diverse, non crederei ai miei occhi. Seguendo la scia delle inaccettabili idee dichiarate da Carlo Ciccioli, Anna Menghi accosta il tema della denatalità del nostro Paese alla “intuizione” di Mussolini sulla crescita demografica. Parole più scioccanti di quelle del “padre padrone” Ciccioli. Le parole di Anna Menghi riabilitano un uomo e un regime autoritario che selezionavano e perseguitavano le persone disabili, perché ritenute geneticamente inferiori e quindi incurabili. Mussolini attuò il più barbaro, crudele sterminio di persone ebree con malattie psichiche o affette da disabilità psicofisiche. Promulgò le leggi razziali. Serve altro per negare qualsiasi legittimazione postuma?". Secondo Carancini, "Ciccioli e Menghi sono la stessa faccia della stessa medaglia che, senza ritegno, senza memoria e senza senso di responsabilità verso il ruolo che rivestono, tentano di accreditare idee e politiche di governo regionale delle Marche ispirate dal regime fascista".