Negozi in centro a Macerata, le veterane del corso: “Resistiamo, ma non c’è più passeggio”

Le sorelle Cappelletti (Bazar 48): invece di portare la gente in centro, si fa il contrario decidendo di spostare il mercato fuori dalle mura

Cristina e Francesca Cappelletti, le due sorelle del Bazar 48

Cristina e Francesca Cappelletti, le due sorelle del Bazar 48

Macerata, 12 maggio 2023 – “Ogni tanto ci chiediamo chi ce lo fa fare. Ma siamo troppo affezionate a questo posto e al nostro lavoro per mollare. Il negozio è aperto dalla fine dell’Ottocento. In 130 anni, qui si è scritta la storia non solo della nostra famiglia, ma anche della città, siamo state testimoni di tanti cambiamenti. Il problema vero, ora, è che non c’è più passeggio. Certo che alcuni devono chiudere. Noi riusciamo a farcela solo perché abbiamo un locale di proprietà e non dobbiamo pagare l’affitto. Tutte le altre spese, però, ci sono, basta pensare alle bollette e all’acquisto della merce. Se il centro si può risollevare? Potrà tornare agli antichi splendori solo se apriranno altri negozi di qualità, se sarà tenuto pulito e se si farà di più per abbellirlo”.

Parola di Cristina e Francesca Cappelletti, le due sorelle del Bazar 48 in corso Matteotti: una vetrina sempre fornita di giochi di una volta in mezzo a tante altre vuote. Di saracinesche abbassate e negozi abbandonati, intorno a loro, è pieno ormai: da queste parti "c’è il deserto", come ha fatto notare Letizia Bartolacci di Calzedonia, costretta a chiudere perché "non c’è abbastanza gente in giro", a breve se ne andrà anche l’ottica Martinelli in corso della Repubblica.

"Letizia ce l’ha messa veramente tutta, quel negozio era la sua creatura, abbiamo una grande stima di lei – commentano Cristina e Francesca –, ci siamo commosse sapendo della chiusura, abbiamo pianto con lei. Noi andiamo avanti con i clienti fissi affezionati e con quelli che vengono da fuori ad acquistare da noi perché offriamo un certo tipo di prodotti. Ma se un giorno, per lavorare, dovessimo vederci costrette ad abbassare la qualità dell’offerta, chiuderemmo i battenti". Non si sono mai concesse un po’ di riposo: portare avanti l’attività in due comporta grandi sacrifici. "Non possiamo permetterci di assumere dipendenti – spiegano –, quest’anno, per la prima volta ci siamo prese mezza giornata (il 24 aprile) per approfittare del ponte e stare un po’ insieme".

A volte sale lo sconforto. "La gente si è proprio disabituata a venire in centro, i ragazzi acquistano per lo più su internet e in tanti passano le mezze giornate nei centri commerciali – fanno notare –, il centro si è svuotato delle famiglie. Un tempo non era così". Ricordano che da ragazze, andavano a sbirciare dentro Bulli e Pupe: "Quando era pienissimo, come spesso accadeva, sapevamo che sarebbe stata una giornata buona anche per noi. Erano i momenti di gloria del Venanzetti, quando il centro era sempre pieno. Macerata era il classico capoluogo di provincia, dove si veniva a fare acquisti perché c’erano negozi belli. Il sabato era il giorno clou per le vendite, ora invece non c’è passeggio. Adesso mancano anche i residenti. E i servizi".

Ci sono giorni in cui in negozio non entra nessuno. "Nel pomeriggio di mercoledì è entrata solo una signora, veniva da Terni, si è congratulata con noi per il negozio e ha fatto un acquisto. Fine". Qualche speranza però c’è: aprirà un parrucchiere al posto di Fantasia (il negozio di abbigliamento per bimbi che ha chiuso a settembre), poco più giù risorgerà, la prossima settimana, la tabaccheria, che si chiamerà Marcatili. Ma, nel posto a fianco di cosmetici e prodotti per capelli (all’angolo con via Crescimbeni), si cede l’attività.

"Con una tale situazione, bisognerebbe dare la medaglia d’oro a chi decide di investire sul centro, eppure, questa zona di potenzialità ne avrebbe – osservano –, qui vicino ci sono la Camera di commercio, l’Accademia. Ma non c’è più un bar (prima c’era La Tazza d’Oro in via Lauri), ora prendiamo il caffè ai distributori. Non c’è nemmeno un posto per prendersi un gelato confezionato, se si avesse voglia".

"Basterebbe poco per rivitalizzare il centro – dicono –, organizzare iniziative che portano gente, come è stato con Macerata Racconta, puntare su un maggiore decoro, abbellire le vie. Invece, si fa il contrario, si porta via la gente dal centro: l’ultimo caso è l’imminente trasferimento del mercato fuori dalle mura".