
Tolentino, 28 aprile 2023 – Continuano ad abbassarsi le saracinesche dei negozi nei centri storici della provincia, in articolare nell’entroterra. Chi per il post-pandemia e il caro bollette, chi per aver raggiunto i requisiti per andare in pensione. Tirano giù la serranda anche attività fiorenti, per le quali il lavoro non mancherebbe, sono costrette a lasciare. Come nel caso del bar pasticceria «La dolce via», in via Filelfo a Tolentino.
Sulla vetrina il cartello ’Cedesi attività’. La titolare Rosella Piccioni ha dato l’annuncio anche sui social della chiusura dell’attività, che si terrà domenica. E centinaia sono stati i messaggi di affetto verso di lei e del suo staff. Rosella ha 59 anni, di cui 44 anni in questo settore: prima, dal 1979, con la pasticceria Zazzaretta, poi «La dolce via» in via San Nicola e infine, con lo stesso nome, in via Filelfo, dal 12 luglio 2018 (un trasferimento dovuti ai lavori per il post-sisma). Tutti e tre locali in pieno centro storico. “Ho sempre dimostrato gratitudine e affetto ai clienti – spiega a malincuore Rosella, conosciuta ed apprezzata da tutti per i suoi modi gentili e l’immancabile sorriso –, che ci sono rimasti sempre vicini. Purtroppo, però, in questa fase per la sopravvivenza non basta più. Ci siamo rialzati dopo il terremoto, ma poi è sopraggiunto il Covid e alla fine i rincari, su bollette e materiali (anche le confezioni e gli imballaggi, per dire, costano il triplo rispetto a prima). Eravamo aperti solo al mattino ma il lavoro non è mai mancato, il negozio si trova in un punto strategico. Ora, però, in un mix di fattori, dobbiamo prendere questa decisione: l’attività è in vendita (non il locale, essendo Rosella in affitto), gli arredi e le attrezzature sono nuove in pratica (del 2018). Finora è arrivata qualche proposta, ma tutto a parole. L’ideale sarebbe che la pasticceria venisse rilevata da qualcuno che mantenesse lo staff, ovvero me e le altre due dipendenti. Mi dispiace soprattutto per loro due. Io nel frattempo darò una mano a mio fratello (al bar della piscina e alle Terme Santa Lucia) con la speranza, anche nel futuro, di rimanere in questo settore”.
Camerino
Domani, sabato, sarà l’ultimo giorno per la storica macelleria Astolfi di Camerino, che chiude i battenti dopo 42 anni di attività. Gilberto Astolfi e la moglie Maria Deli (sposati da 43 anni) salutano i clienti con il sorriso. Sono arrivati all’età della pensione e vogliono "staccare la spina" ancora in forze: non resteranno infatti con le mani in mani, ma si occuperanno della campagna, dei vecchietti di casa e del nipotino. La coppia nel 1981 aveva rilevato l’attività di Vincenzo Amici, in pieno centro storico. Fino alle scosse dell’ottobre 2016 è sempre rimasta in via XX Settembre, vicino al tribunale (oggi demolito). Dopo una breve parentesi in un tendone con altri esercizi commerciali, durante il post-sisma, l’8 dicembre 2018 la macelleria Astolfi è approdata al Sottocorte Village, dove si trova tuttora. "Non ci lamentiamo, perché comunque il lavoro non è mai mancato – spiega Gilberto –. È vero, sicuramente negli ultimi anni l’impennata dei costi si è fatta sentire, soprattutto sul fronte energia. Ma abbiamo scelto, nonostante tutto, di non aumentare il prezzo della carne. Adesso, raggiunta l’età pensionabile (io dall’anno scorso, mia moglie quest’anno), abbiamo deciso di chiudere. Anche perché ormai abbiamo una certa età e, per i reumatismi (aggiunge sorridendo, ndr), stare sempre a contatto con le celle frigorifere non è il massimo". Astolfi ringrazia i tanti clienti affezionati, con i quali c’è sempre stato un "buon rapporto". Anche per la solarità dei titolari. "L’attività è in vendita – precisa il titolare –. Inoltre chi dovesse subentrare in questa fase ha una situazione vantaggiosa: non paga l’affitto finché non verrà sistemato il negozio in centro storico (e presumo ci vorranno anni). Ancora grazie ai concittadini per la vicinanza dimostrata in tutti questi anni". A inizio anno aveva chiuso un’altra attività a conduzione familiare, la salumeria Montanari, con 103 anni di storia. Anche in quel caso bottega era stata fino al terremoto del 2016 nel cuore della città ducale, in centro storico, per si era trasferita nel Sottocorte Village. E, anche in quel caso, la chiusura era stata dettata da "una questione di età".