"Nel cuore per sempre, addio a un vero amico"

I ricordi dei compagni di Virtus e Feba: "Era lui a tenere unita la squadra Non riusciamo a crederci"

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"Attilio era il punto di riferimento del gruppo, e quanto successo ci ha toccato nel profondo". È grande lo sconcerto nella Virtus Rossella di Civitanova per la tragica morte del giocatore Attilio Pierini. A dirlo è la stella della squadra, Valerio Amoroso, un campione che ha giocato nelle piazze più importanti della serie A e non ultimo in nazionale. "Era lui a tenere unita la squadra, ti strappava sempre un sorriso e aveva grande autoironia – dice Amoroso –. Era fantastico e aveva una grande voglia di vivere, tutto il gruppo non si riesce a spiegare perché è successa una tragedia del genere. Mio fratello Francesco, capitano del team, trascorreva molto tempo insieme con lui e appena ha saputo la notizia è scoppiato a piangere. Siamo molto toccati perché abbiamo perso un amico. Ci ho giocato solo cinque mesi insieme, ma l’ho apprezzato a fondo. L’anno scorso ha avuto un bruttissimo infortunio a 37 anni, con la rottura del crociato, e molti al posto suo avrebbero smesso. Invece si è sottoposto a una lunga e accurata riabilitazione, e siccome anche io mi ero infortunato, tutti e due l’abbiamo fatta nella stessa struttura. L’ho conosciuto così – ricorda Amoroso –, e mi hanno colpito la sua determinazione e la cura che aveva nei dettagli, era un gran professionista sempre sul pezzo. Ci viene a mancare un tassello importante di un grande gruppo, e ora sono tanti i musi lunghi". Tra chi lo ricorda, anche Nicola Scalabroni, allenatore della squadra femminile Feba Civitanova in A2, amico di Pierini ma anche ex compagno di squadra e vice allenatore.

"Siamo cresciuti insieme e ci conoscevamo da una vita – dice Scalabroni –. Abbiamo entrambi giocato nelle giovanili dell’Adriatica basket di Porto Recanati, e poi ci siamo incontrati di nuovo a Recanati, lui era il capitano e io l’assistente allenatore. Abbiamo vissuto tre anni con la mitica cavalcata dalla B all’A2, e lui è stato il simbolo di una grandissima squadra. Dava sempre il cento per cento sia in allenamento che in partita, e curava ogni dettaglio, dall’alimentazione alla palestra, per mantenersi col fisico malgrado gli anni. E poi ha sempre partecipato a ogni iniziativa per promuovere il basket, e spesso si presentava a seguire gli allenamenti delle formazioni giovanili. Per tutti era un mito. Eravamo amici, e non mancava di venirmi a trovare al mio balneare, Amneris, per farsi quattro chiacchiere ovviamente sul basket, che era la sua vita. L’ultima volta era venuto sabato – ricorda Scalabroni –. Mi diceva che era carico per la nuova stagione a Civitanova, anzi non vedeva l’ora di tornare sul parquet, pronto per l’ennesima sfida".

g. g.